Il make-up al maschile non fa più scalpore
Lo chiamano trucco inclusivo ed è quello che non fa differenze tra uomini e donne e impazza sui social tra i giovanissimi. Il fenomeno in crescita anche grazie a popstar come i Maneskin e Fedez, che ha aperto anche uno shop di smalti.
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Il make-up al maschile non fa più scalpore
Lo chiamano trucco inclusivo ed è quello che non fa differenze tra uomini e donne e impazza sui social tra i giovanissimi. Il fenomeno in crescita anche grazie a popstar come i Maneskin e Fedez, che ha aperto anche uno shop di smalti.
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Il make-up al maschile non fa più scalpore
Lo chiamano trucco inclusivo ed è quello che non fa differenze tra uomini e donne e impazza sui social tra i giovanissimi. Il fenomeno in crescita anche grazie a popstar come i Maneskin e Fedez, che ha aperto anche uno shop di smalti.
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Lo chiamano trucco inclusivo ed è quello che non fa differenze tra uomini e donne e impazza sui social tra i giovanissimi. Il fenomeno in crescita anche grazie a popstar come i Maneskin e Fedez, che ha aperto anche uno shop di smalti.
Se un tempo erano i generi musicali e i testi in cui immedesimarsi ad attirare l’attenzione del pubblico, adesso sono anche le mode lanciate dagli artisti a creare un senso di appartenenza tra i fan nei confronti del proprio idolo. La moda che pare andare per la maggiore negli ultimi tempi è proprio il trucco per uomini, come dimostrano i tanti tutorial sul tema. In particolare, è il gruppo rock che sta spopolando in tutto il mondo, i Maneskin, a venire preso come modello di riferimento, tanto che il video “Mi trucco come i Maneskin” su YouTube ha già registrato migliaia di visualizzazioni. Camaleontici ed estremamente eclettici, lo stile iconico dei Maneskin fa parlare di sé da quando nel 2017 hanno calcato il palco di X Factor.
È anche grazie a loro, insomma, che sono stati sdoganati smalti, matita e ombretti per gli uomini.
Anche se, c’è da dire che le scelte dei look adottate dalle band o dai singoli cantanti spesso sono delle reinterpretazioni delle stelle della musica degli anni ‘70. È il caso di Achille Lauro, cantautore-provocatore dallo stile eccentrico, che più volte è stato paragonato a Renato Zero. Quest’ultimo, tra l’altro, ne aveva preso le distanze, criticando il suo funambolismo gender-fluid e rivendicando invece la sua originalità e le difficoltà degli inizi. Così, quando Boy George, col suo trucco eccentrico, spopolava negli anni ‘80 con la hit “Do you really want to heart me”, molti suoi fan giravano truccati per strada a volerlo imitare.La società però li scherniva, non era ancora pronta, dimenticandosi che già nell’antico Egitto gli uomini usavano il make up tanto quanto le donne.
I tempi, fortunatamente, oggi appaiono più maturi tanto che le aziende di make up hanno persino pensato a delle linee dedicate solo a lui, per rispondere a una nuova esigenza del mercato; basti pensare al brand “Layla Cosmetics” che ha scelto il rapper Fedez come testimonial di una linea di smalti tutta sua, che ha mandato in tilt l’e-shop in pochi minuti. La nuova tendenza è supportata anche da una recente ricerca di mercato della Mintel, società di ricerche di mercato globale: quasi un terzo dei consumatori ha affermato di voler sperimentare prodotti per la cura della persona creati per generi diversi, dato che negli Stati Uniti arriva a superare la metà (52%) tra i Millennial (ovvero di quelli di età compresa tra 26 e 43 anni). “Per la gen Z il trucco al maschile è già sdoganato – ha spiegato la guru del trucco dei Maneskin, Chantal Ciaffardini – I giovani uomini si truccano per correggere imperfezioni, apparire più sexy o perché hanno assorbito gli esempi dei loro idoli di TikTok, Youtube o Instagram che lo fanno. Hanno voglia di sperimentare e l’aspetto ha sempre più importanza per comunicare la propria personalità”.Tutto ciò, però, non ha solo a che vedere con le nuove mode del momento, ma con un tema ben più ampio.
Gli astri nascenti della musica, infatti, costituiscono veri e propri punti di riferimento per migliaia di giovanissimi che, grazie alla loro arte (musicale e non) si sentono parte di una comunità. Chi ha costruito il proprio successo su queste fondamenta è la giovane cantante Ariete, alias Arianna Del Giaccio, che quest’estate ha scalato le classifiche con il suo singolo “L’ultima notte”. La ragazza, che ha solo 19 anni, ha già le idee ben chiare: portare un messaggio identitario forte tra il suo pubblico, basato sull’importanza di essere sempre sé stessi, di esprimere liberamente la propria personalità e il diritto di amare chi si vuole. “Amate chi vi pare, siate chi vi pare”, è la frase che precede un breve discorso che tiene sempre durante i suoi concerti, ricalcando un tema fondamentale come quello dei diritti e creando un forte senso di unione con il suo pubblico, che si sente così compreso e “al sicuro”. Di Alessia LuceriLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: adolescenti, musica
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