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Di Venosa: “Denunciare una violenza di genere: perché è bene affidarsi ad un investigatore privato”

25 Novembre 2024

(Adnkronos) – Un’accurata indagine investigativa è un importante strumento in caso di abusi e violenze di genere, perché permette di raccogliere prove incontrovertibili per denunciare il reato.

Roma, 25 novembre 2024. In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una forma di violenza fisica, sessuale o psicologica. Le forme più gravi di violenza sono da parte di partner o ex partner, parenti o amici. Questo campanello di allarme è ancora più evidente nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata ogni anno il 25 novembre. In linea di principio, la violenza di genere può essere esercitata contro qualsiasi persona o gruppo di persone sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere. I dati nel primo semestre del 2024 non sono di certo rassicuranti, con numerose richieste di aiuto e intervento. Non sempre però le vittime hanno la forza di denunciare o gli strumenti adeguati, con il rischio che si arrivi ad esiti drammatici come i femminicidi: da gennaio a giugno sono state uccise 44 donne in ambito familiare, di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner/ex.

“La violenza di genere si può e si deve contrastare, qualsiasi cosa succeda è fondamentale sapere a chi rivolgersi e cosa fare – spiega Fabio Di Venosa, investigatore privato e amministratore delegato del Centro Servizi Investigativi, con un’esperienza di oltre 30 anni maturata sul campo –. Ci sono centri antiviolenza in tutto il territorio italiano, avvocati preparati sull’argomento ma soprattutto è bene avere prove riproducibili in tribunale per sporgere denuncia e querela. È un tema che mi sta particolarmente a cuore, per questo ho organizzato un convegno di approfondimento insieme ad importanti esperti e relatori, nello specifico l’avv. Costanza Gargano del Foro di Milano, Presidente del C.P.O. dell’Ordine degli Avvocati di Milano e componente della Commissione, la dott.ssa Roberta Bruzzone criminologa e psicologa forense, il dott. Alberto Caputo psichiatra forense, l’avv. Patrizia Lepore Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea e l’avv. Roberta Plemone membro del C.P.O. dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea. Io stesso sarò relatore sulle attività investigative a supporto della parte offesa”.

Il convegno, dal titolo “La violenza di genere: strumenti tecnici e casi pratici per il supporto alla vittima e per la difesa in giudizio dell’autore del reato”, si terrà il 26 novembre in modalità online. È stato pensato non solo per parlare di un tema attuale, ma per fornire utili strumenti pratici per gli avvocati e aiutare le vittime di reato per affrontare concretamente queste situazioni difficili. “Se ne parla tanto – sottolinea Fabio Di Venosa –, ma, quando accade, le vittime non sempre sono preparate. C’è una vasta interpretazione applicabile al reato di molestia e riuscire a dimostrare quanto si intende denunciare è fondamentale. Spesso, e sottolineo purtroppo, le donne non vengono credute e le loro dichiarazioni ritenute solo ‘storie inventate’. Per questo si devono raccogliere prove inoppugnabili e incontrovertibili, in maniera tale che gli autori di tali reati siano perseguibili nella giusta maniera. Un secondo aspetto è relativo al fatto che tante persone hanno paura di denunciare molestie e violenze o far emergere certe situazioni, non sapendo come possa proseguire la loro accusa. Un investigatore privato può invece tranquillizzare e dare sicurezza che le prove raccolte saranno fondamentali e potranno essere utilizzate in maniera adeguata in tribunale. Se invece si agisce in modo autonomo, spesso si rischia di venire scoperti dallo stesso molestatore oppure, peggio ancora, si compie a propria volta un illecito che diventa un boomerang controproducente, passando dalla parte del torto”.

Un’accurata indagine investigativa permette di configurare i comportamenti identificabili come “molesti”: ad esempio attraverso l’uso di social network, la posta elettronica o telefono. Passando dal virtuale al reale, costituiscono reati di molestie i pedinamenti, gli appostamenti, minacciare o intimorire un ex partner con parole o biglietti scritti. “I nostri investigatori privati si occupano della protezione personale della vittima del reato durante tutta la fase dell’indagine, che conduciamo con avanzate tecniche investigative in modo da raccogliere ogni prova valida contro il molestatore e procedere con la denuncia dello stesso”, conclude Di Venosa.

L’agenzia Centro Servizi Investigativi, con sede a Milano e Roma, dispone di detective privati altamente preparati ed opera in tutta Italia da oltre 30 anni, a tutela delle persone e della loro libertà.

CONTATTI: https://www.servizinvestigativi.it/

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