Alluvione Marche, Bocchini (Confindustria Ancona): “Tragedia di dimensioni non misurabili, imprese in ginocchio”
Ancona, 16 set. (Labitalia) – “E’ una tragedia di dimensioni non misurabili. E per le prossime ore abbiamo ancora allerta rossa e le nuove nere che si avvicinano. Sono morte 10 persone e 4 sono disperse, tantissima gente e fuori da casa e senza corrente. E’ una tragedia che ci deve fare riflettere tutti, perchè non si può più parlare di eventi straordinari. Ormai sono diventati all’ordine del giorno e dobbiamo essere pronti ad affrontarli. I letti dei fiumi si devono pulire, gli argini si devono alzare, e serve un osservatorio capace di anticipare per tempo l’arrivo di questi fenomeni in modo da prepararsi”. Così, raggiunto telefonicamente da Adnkronos/Labitalia, Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona, sull’alluvione che ha colpito le Marche.
“Gli epicentri -sottolinea l’industriale- sono nella zona del Senigalliese e del Fabrianese. Io da stamattina avrò sentito 20-30 aziende che hanno i capannoni pieni di fango, hanno perso prodotti e cosa più grave hanno i macchinari nel fango. E se ci sono danni ai macchinari i tempi di ripartenza sono molto lunghi, non è come quando ti mancano i materiali. I danni economici sono rilevanti, ancora non calcolabili, ma la cosa grave è che il morale, dopo quest’altra mazzata, è allo stremo”, rimarca.
I marchigiani non ci stanno ad essere lasciati soli. “Prima la pandemia, poi la guerra, poi il caro materiali e e il caro energia. Ora questa tragedia…Le aziende non ce la fanno più, siamo resilienti sì, ma quando è troppo e troppo. Ci sono aziende che in pochi minuti hanno avuto danni ingentissimi, che hanno visto sfumare investimenti fatti con i risparmi di una vita. Non possiamo essere sempre lasciati soli ad affrontare tutto. Le istituzioni devono metterci nelle condizioni di potere continuare a fare il nostro lavoro”, ribadisce Bocchini.
Per Bocchini “le Marche non possono restare isolate dal resto d’Italia. Con questa alluvione la situazione è peggiorata ma da sempre il nostro problema è il collegamento con il resto d’Italia. Servono infrastrutture viarie, il collegamento ferroviario e quello aereo. Non possiamo essere lasciati soli, altrimenti il nostro tessuto economico fatto piccole, medie e grandi imprese non ce la più ad andare avanti”, conclude.
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