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Digitale: Inclusive Talk, nuovo Tool per una comunicazione sempre più inclusiva

31 Ottobre 2023

Roma, 31 ott. (Labitalia) – Il processo è irrefrenabile e figlio dei nostri tempi. La lingua italiana tende oggi più che mai a destrutturare i suoi più anacronistici archetipi grammaticali e concettuali per aprirsi ai meravigliosi scenari di una comunicazione sempre più inclusiva, capace di non discriminare sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere, dell’età e dell’etnia, dell’aspetto fisico, dello stato sociale o di una qualsiasi disabilità. Anche di questo si è parlato nel corso dei Digital Innovation Days, punto di incontro annuale per chi vive, per passione o professione, il settore digitale, in programma nei giorni scorsi a Milano al Talent Garden. Emblematico il tema portante di questa edizione: Human Conn@ctions, un sottile ma resistente fil-rouge capace di rimarcare il ruolo – ancora così importante – delle relazioni umane nell’era digitale. Pitch startup, un panel nel palinsesto della manifestazione espressamente dedicato alla presentazione di idee e progetti innovativi. È qui che Laura Lopez, project manager dell’agenzia di comunicazione integrata Take, ha presentato Inclusive Talk, un tool AI Based (basato su Intelligenza Artificiale) che permette di trasformare ogni testo nella sua versione più inclusiva.

Da sempre le parole hanno una straordinaria forza intrinseca. Esaltano e annientano. Descrivono e classificano. Tutto ciò che tacciamo, omettiamo o non diciamo corre il rischio di non esistere per chi ci ascolta. Lo strumento non si limita a sostituire parole offensive/discriminatorie, ma interpreta il contesto ed è impostato per correggere ogni pregiudizio linguistico. Un esempio su tutti. I candidati, i dipendenti… ancora troppo spesso utilizziamo il maschile per identificare un gruppo di persone di cui non si conosce il genere. È il cosiddetto ‘maschile sovraesteso’ che forse sarà pratico ma di certo per nulla inclusivo. È proprio questo il raggio di azione del tool messo a punto da Take che integra l’analisi di linee guida DEI con milioni di documenti già inclusi nel sistema di LLM (Large Language Model) e, utilizzando la conoscenza collettiva, avvia un processo di trasformazione del testo in una versione più inclusiva, basata sull’eliminazione di termini equivoci ancora annodati, magari anche incondizionatamente, a pregiudizi ormai del tutto inopportuni.

“Inclusive Talk ha un focus verticale proprio sull’inclusività e sull’evoluzione del linguaggio. Grazie all’Intelligenza Artificiale che lo anima, lo strumento (ri)produce testi in chiave inclusiva. Semplificando il concetto, è come se avessimo a disposizione un traduttore che invece di traslare l’italiano in una lingua straniera trasforma il testo sulle linee guida e sui principi di Diversità, Equità e Inclusione. Attualmente il tool vuole stimolare la riflessione sul linguaggio ma l’obiettivo è che col tempo diventi un vero e proprio assistente virtuale per noi e per le aziende clienti. Un checker del modo in cui comunichiamo e sviluppiamo campagne di comunicazione, che devono essere scevre da stereotipi e pregiudizi”, chiosa Laura Lopez.

La lingua, del resto, è in continuo mutamento: cambiano le parole e, di conseguenza, è giusto che cambi anche il modo con cui quotidianamente le utilizziamo. Espressioni del tipo ‘Tiriamo fuori gli attributi!’ non sono solo fastidiose ma sono ormai anche fuori tempo massimo. Lo strumento nasce con l’obiettivo di stimolare una riflessione sul linguaggio inclusivo. Perché, se bene utilizzate, le parole possono oggi davvero ‘curare’ incongruenze, incomprensioni e discriminazioni di messaggi e contenuti.“Come ogni strumento guidato da Intelligenza Artificiale, Inclusive Talk più viene utilizzato (e quindi ‘allenato’) più si perfeziona, in una logica ‘learning by doing’. È anche per questo che Take offre a tutte le persone che lo desiderano la possibilità di sperimentarlo”, prosegue Lopez.

L’Intelligenza Artificiale che anima il tool apprende ogni giorno nuove informazioni e viene alimentata con i più recenti studi e analisi del settore. Ma proprio come noi, anche Inclusive Talk può trovarsi di fronte a sfide difficili da risolvere. In questi casi, vengono in aiuto la sensibilità, il buon senso e lo spirito critico: è l’intelligenza umana, che ci consente di valutare il risultato ottenuto e la sua adeguatezza alle nostre aspettative. Nato su matrice italiana, il tool è potenzialmente aperto a qualsiasi lingua, tant’è che è stato recentemente condiviso con il network di agenzie internazionali a cui Take aderisce per cogliere le sue potenzialità anche oltreconfine. “Per noi di Take l’inclusività è un impegno quotidiano a partire dal modo in cui comunichiamo, perché con le parole raccontiamo il mondo, ma anche noi stessi. Inclusive Talk è lo strumento basato sull’Intelligenza Artificiale che abbiamo creato per stimolare una riflessione sul linguaggio che tenga conto dei valori dell’inclusività. Abbiamo investito risorse, tempo ed energie spinti dal desiderio di essere parte attiva nel processo collettivo verso la sostenibilità che, oltre a essere economica e ambientale è anche – e talvolta soprattutto – sociale”, sottolinea Marco Di Marco, ceo di Take.

Inclusive Talk è solo l’ultimo tassello del percorso intrapreso da Take sui doppi binari di una sostenibilità condivisa e di una inclusività vissuta quotidianamente. Un percorso avviato con la nascita del progetto di gruppo denominato We Take Part che, in chiave Esg, è teso a sviluppare competenze, progetti e azioni in grado di generare un impatto positivo per la collettività e l’ambiente. Va letta in quest’ottica anche l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite per la promozione di un’economia globale sostenibile. Gli stimoli non mancano e nemmeno le gratificazioni. Strada facendo è arrivata per Take l’assegnazione della Silver Medal di EcoVadis, che premia l’impegno nell’integrare la sostenibilità nella cultura e nelle strategie di sviluppo. “Forti delle competenze acquisite e dei traguardi raggiunti, oggi desideriamo mettere a fattor comune la nostra esperienza, offrendo supporto ad aziende e stakeholders che con noi condividono la stessa consapevolezza e visione. Perché sostenibilità è anche questo: condivisione e cultura collettiva”, conclude di Marco.

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