Lavoro: Aidda, su parità di genere Italia ancora molto indietro
Roma, 20 gen. (Labitalia) – Le opportunità offerte alle imprese dal meccanismo della Certificazione della parità di genere e i possibili vantaggi non per le aziende ma per tutta la comunità. Era questo l’obiettivo del convegno ‘Certificazione, dare forza alla Parità di Genere conviene!’, organizzato da Aidda, l’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda, che si è svolto oggi a Palazzo San Macuto a Roma. “Per la parità di genere, purtroppo, l’Italia è ancora molto indietro”, ha dichiarato Antonella Giachetti, presidente di Aidda. “Secondo il rapporto del World Economic Forum del 2021, è vero che nessun paese al mondo ha ancora colmato i divari esistenti tra uomini e donne: tuttavia, su 156 paesi presi in esame, l’Italia si posiziona solo al 63/o posto, e se restringiamo l’attenzione alla sola componente economica, siamo al 114/o”, ha continuato.
Giachetti ha aperto e concluso i lavori del convegno, che ha visto l’introduzione di Linda Laura Sabbadini, direttrice del Dipartimento sviluppo metodi e tecnologie per l’informazione statistica dell’Istat. Al centro dell’iniziativa una tavola rotonda con Laura Dell’Aquila, coordinatrice del Comitato giuridico di #InclusioneDonna: Valeria Giaccari, presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio di Roma; Sandra Miotto, consigliera nazionale di Aidda; Sara Nuzzaci, socio Kpmg Tax & Legal; Francesca Perrone, responsabile Esg di UniCredit. Il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria Roccella ha inviato un video messaggio di saluto.
“L’accesso delle donne al lavoro – ha detto il ministro Roccella – è fondamentale per lo sviluppo del Paese. Nei Paesi in cui le donne lavorano e c’è una cultura della parità oltre che un buon welfare, il tasso di natalità non è in sofferenza come in Italia. Per questo è necessario usare tutte le leva a nostra disposizione per incentivare la parità. In questo senso la certificazione è uno strumento importante, che va fatto conoscere, in particolare tra le piccole imprese. Noi, come governo, siamo aperti ai suggerimenti e ai consigli di realtà come Aidda per migliorare la certificazione della parità di genere”.
Introdotta con la legge 162/2021, e in vigore dal 1 gennaio 2022, la Certificazione della parità di genere è un’iniziativa volta a promuovere la parità di genere nelle aziende e nelle organizzazioni. Consiste in una serie di standard e di criteri che le aziende e le organizzazioni possono soddisfare per dimostrare il loro impegno per la parità di genere, misurando le politiche concrete, e ottenendo un certificato che attesta la loro conformità a questi standard. In questo modo è possibile creare un ambiente di lavoro equo ed inclusivo, in cui tutti i dipendenti possono sentirsi valorizzati e rispettati, e dove le donne possono esprimere il loro potenziale e contribuire al successo dell’azienda. Tuttavia raggiungere una vera parità di genere non è soltanto un obiettivo auspicabile per la prosperità delle imprese, ma anche per la società nel suo complesso.
“Noi tutti diciamo -ha continuato Giachetti- che con più donne che lavorano si aumenta il Pil, ed è vero. Ma io dico che solo se davvero le donne potranno partecipare significativamente e efficacemente alla definizione e alla costruzione del sistema economico sociale potrà essere attivata una effettiva trasformazione di questo nostro sistema, che è imploso sotto il profilo della sempre maggiore presenza di disuguaglianze, dell’incapacità di vivere in reciprocità col pianeta, sotto il profilo della salute sia degli uomini che della natura, sotto il profilo dei conflitti geopolitici e del rispetto dei diritti umani”.
“Infatti -ha concluso Giachetti- solo con l’apporto dei valori della cura e della visione interconnessa della vita, propri del mondo dei valori femminili, si potrà creare una leadership a valorialità femminile che potrà riequilibrare il sistema. Ben venga quindi ogni strumento che agevoli e promuova l’ingresso di un numero sempre maggiore di donne nel sistema del lavoro e dell’economia”.
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