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Crisi Pronto soccorso, Fnomceo ‘mancano 4.500 medici e 10mila infermieri’

7 Novembre 2023

Roma, 7 nov. (Adnkronos Salute) – Valorizzare l’operato e la professionalità di tutti i colleghi che lavorano in prima linea, non solo migliorandone le condizioni di lavoro, ma anche con incentivi, oltre che economici, volti a migliorarne la qualità della vita. A chiederlo, la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ascoltata oggi in audizione presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e di Pronto soccorso in Italia, dove – è stato ricordato – una delle maggiori criticità è la carenza di personale: si stima che nel settore dell’emergenza-urgenza manchino al momento oltre 4.500 medici e circa 10mila infermieri a livello nazionale.

Conseguentemente, molti Pronto Soccorso – sottolineano gli Ordini dei medici – per fare fronte ai propri compiti quotidiani, ricorrono a soluzioni quali cooperative o gettonisti, elementi che devono essere oggetto di valutazione in un’ottica di migliore assistenza e clima lavorativo. “La direzione auspicata dalla Fnomceo – ha affermato il segretario della Federazione, Roberto Monaco – è quella di investire risorse nella valorizzazione dei nostri professionisti, riconoscendone il ruolo di muro portante del nostro Servizio sanitario nazionale. Riguardo agli ospedali -ha continuato – riteniamo prioritario eliminare il tetto di spesa per il personale. Occorre, quindi, un piano straordinario di assunzioni da parte del ministero della Salute, che incentivi innanzitutto le assunzioni dei giovani: sono necessarie almeno 10mila assunzioni già dal 2024. Le retribuzioni ad hoc per l’extra-orario dei medici per smaltire le liste di attesa, previste in Manovra si possono regolamentare, ma non risolvono il problema delle carenze di personale. Bisogna fare i concorsi, spingendo i giovani a restare nel Ssn, ad esempio maggiorando l’importo dell’indennità di esclusività di lavoro”.

Occorre inoltre riconoscere la qualità di “lavoro usurante” per l’attività svolta dai professionisti che lavorano nei Pronto Soccorso con la previsione di una specifica indennità. E partire dalla formazione, istituendo un Osservatorio ministeriale con il coinvolgimento di tutti gli attori, tra i quali quelli del mondo ordinistico, sindacale e accademico. “Riteniamo fondamentale – ha aggiunto Monaco – che nella valutazione dei problemi e delle possibili soluzioni debbano essere coinvolti i medici impegnati nell’emergenza e urgenza e questo per tre motivi: per una maggiore efficacia degli interventi; perché le risorse siano impiegate in base alla criticità della domanda sanitaria; per la sostenibilità del sistema, riguardo alle condizioni di lavoro degli operatori”.

“Particolare attenzione va riservata al personale del 118 – ha proseguito il segretario Fnomceo – che gestisce l’emergenza-urgenza sul territorio. È assolutamente necessario che sui mezzi di Soccorso avanzato, chiamati a intervenire nei casi, ad esempio, di infarti, ictus, incidenti stradali, siano presenti tutte le professionalità, il medico di Emergenza sanitaria territoriale e l’infermiere opportunamente formati, oltre all’autista-soccorritore, in modo da poter prestare subito e in sinergia la migliore assistenza possibile, senza perdere istanti preziosi”.

E ancora, ha spiegato Monaco: “Il mezzo di Soccorso avanzato è l’ospedale portato nel territorio con il medico e l’infermiere che lavorano insieme con le loro specifiche competenze. Importante è altresì lo sviluppo continuo delle competenze di tutti i professionisti operanti nel sistema di Soccorso e nel sistema salute in generale, riconoscendone la centralità in un Ssn di sempre più alta qualità. L’auspicio è che si proceda alla riforma del Sistema 118 e alla stabilizzazione di tanti operatori nel primario intento di tutelare la salute del cittadino”.

“Oggi nelle diverse Regioni – ha concluso Monaco – abbiamo le più variegate procedure e organizzazioni. L’assistenza deve invece essere uguale da Bolzano alla Sicilia e dal centro alla periferia delle città: in qualunque posto si trovi, il paziente deve essere trattato nella miglior maniera e nel minor tempo per assicurargli una sopravvivenza di qualità. Ciò significa concretizzare quella tutela dei diritti, alla salute, all’uguaglianza, che, come Ordine, siamo chiamati a garantire. Auspichiamo che si possa procedere ad una riforma del sistema di emergenza-urgenza sanitaria 118 che renda il sistema dei soccorsi sempre più efficace, efficiente ed uguale sul territorio nazionale e che valorizzi ruoli e professionalità”.

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