Farmaci: Eurispes, mercato del falso vale il doppio di quello degli stupefacenti
Roma, 24 mag. (Adnkronos Salute) – Quello della contraffazione di farmaci è un fenomeno in larga parte ancora sommerso, i cui dati risultano fortemente sottostimati. Si ritiene infatti che il mercato dei farmaci contraffatti valga addirittura il doppio di quello degli stupefacenti: nel 2010 le stime parlavano di circa 200 miliardi di dollari. A citare i dati è il 35° Rapporto Italia di Eurispes che, nell’ambito delle attività di studio e ricerca promosse dall’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza fondato con Enpam, ha voluto approfondire il panorama dei mercati illeciti afferenti in particolare ai prodotti farmacologici che viaggiano attraverso il Web.
La rapida crescita della rete – ricorda l’Eurispes – ha offerto terreno fertile per facilitare l’infiltrazione di prodotti illeciti. All’apice della pandemia si sono fatti spazio senza troppe difficoltà dispositivi medici di protezione contraffatti, come mascherine, nonché farmaci, integratori, ed anche falsi vaccini. Per i medicinali, al danno economico si somma quello più grave per la salute: quando si parla di contraffazione di farmaci le indagini dell’Oms indicano come solo l’1% dei farmaci venduti illegalmente presenti la composizione originale. Secondo l’Ocse, i Paesi dell’Asia sono i principali paesi di provenienza di farmaci e prodotti per la salute contraffatti. Si conferma il ruolo di Cina, Singapore e Hong Kong, ma emerge anche l’India.
L’esternalizzazione della produzione da parte delle grandi aziende farmaceutiche – sottolinea il Rapporto – ha quindi permesso a questi Paesi di modernizzare le proprie industrie, un fattore che, in parallelo a controlli meno stringenti, ha favorito la base ideale per l’infiltrazione di prodotti illegali nel mercato. Secondo le agenzie Ocse ed Euipo, tra il 2017 e 2019 all’interno dell’Unione, il 72% dei sequestri totali dei farmaci contraffatti è riconducibile a prodotti commercializzati in Rete. Per quanto riguarda gli strumenti e i dispositivi medici, la percentuale è del 71%, e nel caso dei prodotti di cosmesi al 75%.
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