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Graphic novel, il fumetto che si confronta con la letteratura

Nell’era delle immagini diventa sempre più interessante il graphic novel. Un esperimento coraggioso per raccontare i romanzi in un modo innovativo.

Graphic novel, il fumetto che si confronta con la letteratura

Nell’era delle immagini diventa sempre più interessante il graphic novel. Un esperimento coraggioso per raccontare i romanzi in un modo innovativo.

Graphic novel, il fumetto che si confronta con la letteratura

Nell’era delle immagini diventa sempre più interessante il graphic novel. Un esperimento coraggioso per raccontare i romanzi in un modo innovativo.
Nell’era delle immagini diventa sempre più interessante il graphic novel. Un esperimento coraggioso per raccontare i romanzi in un modo innovativo.
Si affianca al divertissement delle tutine mantellate, degli animali antropomorfi e dei racconti di genere avventurosi o gialli Ma che accidenti è un graphic novel? Giusta domanda. Partiamo chiarendo che il suo nome è maschile. D’altro canto, mica diciamo ‘la’ romanzo, o sbaglio? Infatti si tratta di un false friend in piena regola in quanto la traduzione è romanzo grafico e non novella grafica (che, tra l’altro, in inglese sarebbe graphic novella). Detta in breve, il graphic novel è quindi un romanzo dove la storia viene narrata attraverso l’uso di disegni sequenziali e parole (anche se quest’ultime non sono sempre necessarie e talvolta omesse del tutto, a discrezione dell’autore). Da qui la domanda seguente: cos’è un romanzo e cosa lo distingue dalla novella o dall’epica? Detta in modo ancora più breve, il romanzo è in prosa (e non in versi), ha una trama complessa e soprattutto la vicenda che narra va oltre un singolo fatto avvenuto, riguardando più personaggi e dinamiche articolate. Mentre nella letteratura disponiamo degli esempi ellenistici per tracciare l’origine di questa forma-racconto, venendo allo specifico caso del fumetto – nonostante vari esperimenti occasionali – l’istituzione del graphic novel viene convenzionalmente attribuita all’autore ebreo statunitense Will Eisner. Già famoso infatti per il suo The Spirit – supereroe coevo di Superman e Batman ma dotato di umorismo e caratura noir insoliti per l’epoca nonché di un apparato grafico all’avanguardia – nel 1978 pubblica per la Baronet Press “Contratto con Dio”, raccolta di 4 storie più un prologo che si propongono di dimostrare come lo strumento fumettistico possa essere utilizzato per la narrazione di vicende complesse, profonde, persino scabrose o moralmente frastagliate. Come nel caso della storia del prologo, dove la vita di un burbero immigrato crucco – un custode di palazzo odiato da tutti perché tipaccio – si lega a quella di una ninfetta sadica che lo provoca sessualmente e in seguito gli avvelena il cane: la ribellione a tanta perfetta crudeltà del rude ma ottuso super (così sono ancora chiamati i custodi di condominio nella terra delle opportunità) verrà scambiata dagli inquilini come un tentativo di stupro ai danni della ragazza e il derelitto, privato in un solo pomeriggio di tutto il suo mondo, non troverà altro sollievo che il suicidio. Da un giorno all’altro quindi, grazie a Eisner, questo nuovo format si affianca al divertissement delle tutine mantellate (evoluzione della commedia dell’arte), degli animali antropomorfi (figli delle fiabe folkloristiche), dei racconti di genere avventurosi o gialli per confrontarsi con l’alta letteratura delle passioni e delle contraddizioni, nata nei dubbi notturni e incamminata nell’inquietudine dell’esistenza attraverso lo spaesamento dell’osservazione cinica delle debolezze più recondite. Quindi quando diciamo graphic novel non pronunciamo un sinonimo di fumetto bensì una nuova via, coraggiosa perché al tempo inedita, che nei decenni ha saputo affermare la propria importanza con opere come “Maus” di Art Spiegelman, “Persepolis” di Marjane Satrapi o i cicli di Corto Maltese. E ricordatevi sempre, quando vi troverete davanti qualcuno che si distinguerà per essere lettore non di fumetti bensì di graphic novel, di rifilargli una scuzzetta (metaforica o fisica, a voi la scelta) per riportarlo all’umiltà: poiché, al netto di ogni spocchia, sempre di fumetti si parla.

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