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Il futuro bussa

Il nostro futuro dipende dall’interazione tra Recovery e Green. Tutte le persone devono comprendere l’importanza della svolta Green.

Il futuro bussa

Il nostro futuro dipende dall’interazione tra Recovery e Green. Tutte le persone devono comprendere l’importanza della svolta Green.

Il futuro bussa

Il nostro futuro dipende dall’interazione tra Recovery e Green. Tutte le persone devono comprendere l’importanza della svolta Green.

Il nostro futuro dipende dall’interazione tra Recovery e Green. Tutte le persone devono comprendere l’importanza della svolta Green.

Il prezzo della svolta verde sarà mortale per chi non la capisce. Lo abbiamo segnalato, ma vediamo che molti faticano a farsene una ragione: non è un predicozzo ecologista ma un potente indirizzo di politica industriale ed estera. Scommettere sul suo fallimento è pericolosissimo, perché si rischia di rimanere due giri indietro nella corsa alla crescita. Trascurarla e sperare passi in fretta di moda significa avere capito nulla. Gas e G20 aiutano a prendere le misure. L’incontro fra il presidente statunitense Biden e la cancelliera tedesca Merkel è stato presentato come una specie di addio alle armi: prima leader europea a essere ricevuta e ultimo incontro importante prima della dipartita. Una specie di riconoscimento postumo in vita. Il via libera americano al Nord Stream 2, il secondo gasdotto che dalla Russia porta alla Germania, racconta un vertice di tipo assai diverso. Ma anche leggerlo come una specie di ‘cedimento’ agli interessi tedeschi è superficiale, perché ignora le contropartite: tallonamento dei russi su materie a loro sgradite – dall’influenza su democrazie occidentali e inquinamento della loro vita democratica al sostegno ai loro oppositori interni, fino alla ribadita insuperabilità dell’invasione in Crimea – e aiuti economici consistenti ai Paesi amici scavalcati dal nuovo gasdotto, con investimenti congiunti in Polonia e Ucraina. Se anziché raccontare quel vertice usando il valzer degli addii come colonna sonora, se ne studia la sostanza e la si mette in relazione con quel che John Kerry, inviato personale di Biden, va costruendo in vista delle scadenze G20, ci si accorge dell’intreccio indissolubile fra nuovi equilibri di politica estera, approvvigionamento energetico e dossier verde con drastico taglio delle emissioni di CO2. Il che riporta al Green Deal varato dalla Commissione europea. Tutto si può discutere, ma è fuori dalla realtà che quella politica sia cancellata. Ora torniamo in Italia e leggiamo i commenti pubblici a quelle scelte: desolanti. Tutti a considerarne i costi, che ci sono, senza neanche avere il coraggio di metterne in discussione le finalità. L’atteggiamento di chi cerca di proteggere quel che sarà superato, senza sapere lanciarsi verso quel che sarà adottato. Roba perdente. Il nostro futuro sarà diverso e migliore se si sarà capaci di sfruttare appieno l’interazione fra Recovery e Green. Senza gnagnere buoniste o ideologiche, ma guardando alla sostanza di quattrini e affari. Le forze politiche parlano d’altro, ininfluente e marginale. Non perdersi nell’inutile, però, è quel che distingue una classe dirigente. Se esiste.   di Davide Giacalone

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