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Il mito cubano e le idee sinistre

Il fallimento del comunismo in Europa ha prodotto il mito della Rivoluzione a Cuba.

Il mito cubano e le idee sinistre

Il fallimento del comunismo in Europa ha prodotto il mito della Rivoluzione a Cuba.

Il mito cubano e le idee sinistre

Il fallimento del comunismo in Europa ha prodotto il mito della Rivoluzione a Cuba.

Il fallimento del comunismo in Europa ha prodotto il mito della Rivoluzione a Cuba.

Può sembrare un paradosso, e forse lo è, ma lo conferma il silenzio di letterati, artisti, politici su quanto sta accadendo a Cuba, dove il popolo protesta e chiede cibo e medicine ma ricevepallottole e prigionia. Jean-Paul Sartre vide nella rivoluzione di Che Guevara e Fidel Castro nientemeno che una «democrazia in azione» e nel 1967 Régis Debray, discepolo del filosofo marxista Luois Althusser, pubblicò con la benedizione del dittatore cubano il saggio propagandistico “Revoluciòn en la Revoluciòn” in cui l’Isola diventava il Paradiso rivoluzionario e per tutti i marxisti occidentali ed europei Cuba si trasfigurava nel mito in cui si realizzava ciò che la Storia aveva dimostrato impossibile: la sintesi di socialismo e libertà. È stato Mario Vargas Llosa a dimostrare che il mito di Cuba è la cattiva coscienza degli europei che accettano altrove ciò che non accetterebbero a casa loro: la schiavitù, la prigionia politica, i campi di concentramento, gli assassinii politici. Tutto in nome di cosa? Di nulla. Di un mito. «Ma è anche vero che c’è ancora chi, nel Vecchio Continente – dice Vargas Llosa nelle pagine di “Sogno e realtà dell’America Latina” (Liberilibri), che vanno rilette ora perché sono illuminanti – si ostina a non vedere la realtà così com’è, e chi, come Ignacio Ramonet, direttore di “Le Monde diplomatique”, cantore aulico di Fidel Castro e del comandante Hugo Chàvez, continua a promuovere come esemplare una dittatura che si è guadagnata l’onore di essere la più duratura che l’America Latina abbia mai conosciuto e che, molto probabilmente, nessuno di loro accetterebbe nel loro Paese». Oggi il mondo occidentale ed europeo, la nostra stessa stampa, ha difficoltà a parlare con chiarezza di ciò che accade a Cuba perché vede in quegli avvenimenti la propria falsa coscienza, le proprie bugie, le proprie finzioni a uso di propaganda e di potere politico e intellettuale. Diceva Sartre, che si recò personalmente a Cuba insieme con Simone de Beauvoir: «È necessario che i cubani vincano oppure noi perdiamo tutto. Anche la speranza». Nulla di più falso. Eppure, per la solita astuzia della ragione o più semplicemente per le capriole delle vicende umane, le parole di Sartre a parti invertite hanno acquistato un senso di verità. Ma proprio per questo nessuno è in grado di pronunciarle.   di Giancristiano Desiderio

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