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Se Jeff Bezos conta più del cambiamento climatico

Non basta essere arrivati così in alto per potersi dire astronauti

Se Jeff Bezos conta più del cambiamento climatico

Non basta essere arrivati così in alto per potersi dire astronauti

Se Jeff Bezos conta più del cambiamento climatico

Non basta essere arrivati così in alto per potersi dire astronauti

Non basta essere arrivati così in alto per potersi dire astronauti

Martedì scorso Jeff Bezos è arrivato letteralmente ai confini del mondo e ha ‘messopiede’ nello spazio. Il volo è avvenuto simbolicamente il 20 luglio, nell’anniversario dello sbarco sulla Luna (eh sì, ci siamo stati davvero) ed è durato circa 10 minuti: al suo ritorno nel deserto di Chihuahua, nel Texas occidentale, ha indossato il suo bel cappello da cowboy e ha detto un sacco di cose senza dubbio interessanti e visionarie, come la volontà di spedire tutta l’industria inquinante fuori dal pianeta e cose simili. Premetto che Bezos a mio avviso è stato un imprenditore più che brillante, capace di creare un impero partendo da un sottoscala con il logo di Amazon appeso al muro e scritto con una bomboletta. Ma c’è un ma. Un’analisi di Media Matters ha infatti mostrato come gli show mattutini americani di Nbc, Abc e Cbs abbiano dedicato 212 minuti alla ‘gita’ di Bezos. Non male rispetto ai 267 minuti che quegli stessi canali hanno dedicato al cambiamento climatico in tutto lo scorso anno. La passeggiata di Bezos ha quindi ‘battuto’ il cambiamento climatico e non è affatto detto che sia un bene. «Il modello di business delle notizie televisive aziendali si basa sulla cattura e sul mantenimento dell’attenzione degli spettatori attraverso l’intrattenimento e l’indignazione» ha scritto Evlondo Cooper, ricercatore di Media Matters: l’ampia copertura mediatica del lancio del ‘vanitoso’ volo spaziale di Bezos è una chiara illustrazione di questa tendenza. Più di 8,5 milioni di spettatori combinati si sintonizzano su questi programmi tutti i giorni e a volte ho come l’impressione che perdiamo delle occasioni. Come dicevo ho una stima gigantesca per Bezos, per Musk e per Branson e credo che l’industria spaziale sia davvero una delle più grandi possibilità della specie umana, visto che – se ne avremo la forza e l’intelligenza – potremo rendere questo posto migliore e anche spostarci verso altri lidi. La ricerca in ambito spaziale ha delle ricadute del tutto straordinarie nel nostro quotidiano: quando filmiamo con un telefono o una GoPro usiamo ad esempio una tecnologia Nasa sviluppata per filmare le varie fasi di una missione spaziale a bordo del razzo vettore. Gli indumenti termici, la ceramica dei denti, il Gps, i materassi memory foam, i sistemi di filtraggio dell’acqua sono soltanto alcune delle invenzioni che usiamo ormai abitualmente e che derivano direttamente dalla ricerca spaziale. Il punto è che molta di questa ci risulta necessaria per andarcene da un pianeta che abbiamo prepotentemente degenerato e, in qualche modo, abusato. Forse, se facessimo maggiore attenzione a come lo stiamo trattando, in futuro potremmo essere senz’altro più sereni nel concentrarci su come raggiungere le stelle.
di Rudy Bandiera

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