Politica

Può apparire cinico ragionare di sanzioni mentre si assiste alla morte dei civili. Eppure l’unica strada per intavolare dei veri negoziati è questa: strangolare economicamente il dittatore.

Il tentativo di mediazione di Israele è una buona notizia. Un paese mediatore con interesse convergenti ai russi in Siria ma di indiscutibile matrice occidentale.

Mentre la maggioranza di governo si allarga a causa dell’azione criminale russa, altre divisioni pretestuose si verificano fra le forze politiche. Il tutto sembra nascere dal pericoloso equivoco di poter avere un Draghi dedraghizzato.

È inutile nascondere la tentazione di trovare un accordo, di arrendersi di fronte all’orrore della guerra. Una tentazione da respingere con fermezza, per evitare di lasciare margini di manovra al dittatore di Mosca.

Anche se Putin vuole mostrarsi indifferente, Mosca sta soffrendo terribilmente l’isolamento economico e finanziario. Non c’è altra strada se non quella di continuare ad inasprire le sanzioni.

Difficile spiegare oggi a un ragazzo nato e cresciuto senza il Muro e senza l’incubo nucleare, cosa abbia significato la figura di Gorbaciov: l’uomo della speranza, della pace.

Bisogna interrogarsi sulle conseguenze e il fall-out politico del conflitto Russia-Ucraina, anche nel nostro paese. Destinato a sconvolgere non solo le coscienze ma anche gli equilibri del pianeta.

L’attesa delle prossime trattative in Bielorussia e il possibile ruolo cinese che prende le distanze da Vladimir Putin.

L’aggressione russa ci dice che non c’è più tempo: l’Europa deve immediatamente dotarsi di un esercito e di un sistema di difesa comuni. 

La guerra Russia-Ucraina riguarda anche il calcio. Gli oligarchi del pallone vicini a Vladimir Putin hanno provato a disimpegnarsi dal calcio europeo per non vedersi confiscati i patrimoni e per non danneggiare i propri club.  

Perché difendere l’Ucraina significa difendere la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro? Ce lo spiega Edoardo Crisafulli, direttore dell’Istituto di cultura italiana a Kiev.

Alcuni nostri politici dovrebbero spiegare la propria devozione a Mosca: servi assoldati dalla Russia per indebolire il nostro mondo. Purtroppo, niente di nuovo sotto il sole.