7 ottobre, Giorno della dimenticanza
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E il 7 ottobre cos’è? Il Giorno della Dimenticanza. Ma cosa è stato dimenticato?
7 ottobre, Giorno della dimenticanza
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E il 7 ottobre cos’è? Il Giorno della Dimenticanza. Ma cosa è stato dimenticato?
7 ottobre, Giorno della dimenticanza
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E il 7 ottobre cos’è? Il Giorno della Dimenticanza. Ma cosa è stato dimenticato?
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E il 7 ottobre cos’è? Il Giorno della Dimenticanza. Ma cosa è stato dimenticato?
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E il 7 ottobre cos’è? Il Giorno della Dimenticanza. Cosa è stato dimenticato? Che nel Novecento non ci sono state guerre e stragi come in tutti i secoli precedenti, dai Romani a Napoleone, ma si è cercato di annientare l’umano in quanto umano. E ci si è riusciti.
L’Anticristo – come lo chiamava Croce – è apparso davvero tra noi perché è in noi. Il 7 ottobre, con il pogrom compiuto da Hamas nei confronti degli ebrei in Israele, l’Anticristo è ricomparso. Ma invece di riconoscerlo, in molti hanno preferito voltarsi dall’altra parte allontanando da sé il calice amaro. Il Giorno della Dimenticanza, appunto.
Chi parla di genocidio da parte di Israele nei confronti dei palestinesi lo fa o per ignoranza o per malafede. Non si sa cosa sia peggiore. Le morti dei palestinesi a Gaza non sono un genocidio perché Israele non ha alcuna volontà di eliminare l’umano in quanto umano e, al contrario, è mosso dalla necessità di difendere l’umanità dal nuovo Anticristo che la cultura occidentale in molte sue espressioni non vuole vedere.
I morti dei palestinesi a Gaza sono voluti dai terroristi islamici di Hamas che usano la morte palestinese per generare nell’opinione pubblica delle democrazie atlantiche la trappola vittimistica in cui la vittima (Israele) diventa carnefice e il carnefice (Hamas) diventa vittima. In che modo si smaschera questo imbroglio della propaganda? Solo ricordando che il Giorno della Memoria non è il 27 gennaio ma sempre e che la difesa di Israele e delle democrazie libere non è un tema retorico bensì vitale, perché la difesa non è gratuita e costa serietà, fede, sacrificio.
I regimi teocratici e integralisti – l’Iran in primis – si nutrono di antisemitismo per stare in piedi, giacché il fanatismo è parte attiva dell’integralismo teologico-politico. I regimi democratici e liberali – Israele tra questi – per stare in piedi hanno bisogno di credere nella libertà che si fonda sull’anti-fanatismo, ma non senza la forza che è necessaria per arginare i violenti e sostenere istituti liberi. La sconfitta e la fine di Israele sono la sconfitta e l’annuncio della fine del mondo libero. Nel mondo libero possono vivere insieme cristiani, ebrei e musulmani. Nel mondo integralista e fondamentalista non possono vivere insieme cristiani, ebrei e musulmani.
Il mondo ebraico con la diaspora – dispersione – ha contribuito in modo decisivo alla storia dell’Europa e del mondo, tanto che raccontare la storia degli ebrei d’Europa equivale a raccontare la storia dell’Europa tutta (si veda il libro di Anna Foa “Le vie degli ebrei” edito da Il Mulino). Sotto ai nostri occhi si sta consumando una guerra di religione che non credevamo più possibile. Ma cosa sono state le due guerre mondiali se non guerre civili e religiose che hanno sconquassato l’Europa e incendiato il mondo?
Oggi, come allora, in gioco vi è l’annientamento dell’umano. Il campo di battaglia è duplice: quello militare e civile del Medio Oriente e quello culturale e politico del resto del mondo. All’affermazione di Israele sul piano militare non corrisponde la vittoria di Israele in Occidente. Ma non dipende da Israele. Dipende dall’Occidente che celebra per pura e stanca retorica il Giorno della Memoria – gli ebrei morti e uccisi in quanto umanità ebrea – e non vuole difendere gli ebrei vivi facendoli inghiottire dal nuovo mostro antisemita. Si preferisce il Giorno della Dimenticanza. L’oblio genera mostri e risveglia l’Anticristo che è in noi e in loro.
di Giancristiano Desiderio
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