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BoJo e la politica dell’effimero

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Chiunque commentasse il disastro di Boris Johnson fermandosi a Londra finirebbe per non capire fino in fondo un fenomeno politico di portata palesemente internazionale. O transnazionale, se preferite

BoJo e la politica dell’effimero

Chiunque commentasse il disastro di Boris Johnson fermandosi a Londra finirebbe per non capire fino in fondo un fenomeno politico di portata palesemente internazionale. O transnazionale, se preferite
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BoJo e la politica dell’effimero

Chiunque commentasse il disastro di Boris Johnson fermandosi a Londra finirebbe per non capire fino in fondo un fenomeno politico di portata palesemente internazionale. O transnazionale, se preferite
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I leader mediatici (gran parte delle fulminee fortune e delle altrettanto rapide cadute di tanti leader in giro per l’Europa sono costruite e causate anche dall’uso e abuso dei new media e di un presunto rapporto diretto con il cittadino-elettore) vanno e vengono con velocità assolutamente sconosciute alla politica di ‘prima’. Johnson, in definitiva, è vittima come tanti altri come lui del suo personaggio, della sua maschera, della necessità autoimposta di recitare la parte di BoJo. Peccato che in questo modo, per ciò che resta del premier britannico – come tanti dei nostri leader da uno/due anni, ma anche i “volti nuovi” della politica spagnola già in precipitosa ritirata – questa ossessione di scardinare le vecchie liturgie, disintermediare e via immaginando si tramuti in un’autostrada verso il nulla. Una politica che brucia se stessa e i propri simboli, finendo per travolgere anche le cose buone che in giro per l’Europa ciascuno di questi effimeri protagonisti ha fatto o almeno impostato. Il sospetto è che le persone comincino a stufarsi della vacuità di questi fuochi d’artificio. Non si tratta tanto della rassicurante nostalgia del potere un po’ grigio e noioso di un tempo, ma della consapevolezza – anche solo sussurrata – che la serietà, l’equilibrio, il silenzio opposto alle spacconate e alle carnevalate siano elementi di cui alla lunga non si possa fare a meno. Vedremo presto se in Gran Bretagna, in Italia e altrove tutto questo segnerà una reale inversione di tendenza o solo l’ennesimo passaggio di testimone da un’influencer a un altro. Di Fulvio Giuliani

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