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A Kiev da umani a eroi

A Kiev da umani a eroi

Le prove eccezionali ed eroiche di persone assolutamente normali che, in Ucraina, sono state travolte dall’evento tragico di una guerra senza perché
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Le prove eccezionali ed eroiche di persone assolutamente normali che, in Ucraina, sono state travolte dall’evento tragico di una guerra senza perché
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Le prove eccezionali ed eroiche di persone assolutamente normali che, in Ucraina, sono state travolte dall’evento tragico di una guerra senza perché
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Le prove eccezionali ed eroiche di persone assolutamente normali che, in Ucraina, sono state travolte dall’evento tragico di una guerra senza perché
Kyiv – La singolarità degli episodi realmente accaduti riportati in molti nostri articoli ha messo in evidenza vite di persone assolutamente normali che – travolte nella loro ordinaria quotidianità da eventi tanto tragici quanto improvvisi – hanno dato prova di qualità eccezionali ed eroiche. A rendere drammatica la vicenda che segue è invece il fatto che di storie come questa qui se ne ascoltano a decine. Serhiy ha 43 anni, è nato a Donetsk ma quando nel 2014 la regione è stata invasa dai russi s’è visto costretto a emigrare. Lo scorso febbraio, quando era ormai chiaro che le truppe di Mosca avrebbero invaso l’Ucraina, si trovava con la famiglia nella sua casa a Irpen. Come molte altre persone riteneva quel sobborgo di Kyiv sicuro, credendo che l’aggressione russa sarebbe rimasta circoscritta al consolidamento dell’occupazione delle due regioni ucraine di cui il Cremlino intendeva riconoscere unilateralmente l’indipendenza. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA” Lasciati moglie e figli, Serhiy parte da solo in autobus alla volta di Donetsk per mettere in salvo la madre malata. Dal 2014 ha abituato la moglie Tetiana e i due bambini all’utilizzo del geotag tramite smartphone. In questo modo ciascun suo familiare è in grado di seguire lo spostamento degli altri, accertandosi della loro incolumità. Angosciato dall’incedere delle milizie russe verso la Capitale, nei giorni seguenti concorda con la moglie un tentativo di fuga. Tenendo traccia dei movimenti di ognuno, il 5 marzo Serhiy la vede allontanarsi con i figli e poi rientrare immediatamente: la colonna di 12 auto su cui stavano tentando d’allontanarsi da Irpen era stata colpita e i suoi cari avevano dovuto rifugiarsi in un seminterrato. A quel punto l’unica via di fuga in auto è tentare di spingersi sulla E40 fino a Zhytomyr, ma per farlo occorre raggiungere prima Stoyanka. Le immagini delle auto distrutte e il bilancio provvisorio della mattanza russa diffusi dai media sono però spaventosi. Resta una sola possibilità: raggiungere Romanivka passando a piedi sotto il ponte appena distrutto. Un vicino di casa accetta di guidare l’auto di Tetiana avvicinando finché può al ponte lei, i due bambini e i nonni. Dal momento in cui l’uomo torna indietro dopo aver lasciato i cinque in prossimità del viadotto, Serhiy segue i movimenti dei propri cari tramite il segnale Gps. Vede così i bambini correre verso il cavalcavia distrutto, poi la moglie e infine il nonno seguirli più lentamente spingendo la carrozzina con la mamma di Tetiana. A quel punto il tracking s’interrompe. Per ore Serhiy non riesce a mettersi in contatto con i familiari. Neppure i vicini di casa rispondono. La sera stessa, scorrendo la homepage del “New York Times”, riconoscerà in una fotografia lo zainetto della sua bambina dilaniato dalle schegge. Sebbene le altre immagini celino i volti dei civili caduti, dagli abiti intrisi di sangue riconosce uno a uno tutti gli altri familiari. Due video forniti dai giornalisti americani mostreranno incontrovertibilmente i loro ultimi istanti di vita, prima che vengano investiti da due colpi di mortaio sparati dagli invasori. Noncurante delle minacce di morte da parte dei militari russi, Serhiy lascerà la Donetsk occupata e raggiungerà Kyiv, acconsentendo al trasferimento degli effetti personali dei propri cari presso la Corte europea dei Diritti dell’uomo come prova incontrovertibile degli orrendi crimini perpetrati dai russi. di Giorgio Provinciali

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