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A Cherson è stata spezzata la logistica russa

L’esercito ucraino ottiene risultati incoraggianti nella sua prima controffensiva: le forze armate russe non sono più in grado di inviare rinforzi nell’oblast’di Chersòn.
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A Cherson è stata spezzata la logistica russa

L’esercito ucraino ottiene risultati incoraggianti nella sua prima controffensiva: le forze armate russe non sono più in grado di inviare rinforzi nell’oblast’di Chersòn.
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A Cherson è stata spezzata la logistica russa

L’esercito ucraino ottiene risultati incoraggianti nella sua prima controffensiva: le forze armate russe non sono più in grado di inviare rinforzi nell’oblast’di Chersòn.
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L’esercito ucraino ottiene risultati incoraggianti nella sua prima controffensiva: le forze armate russe non sono più in grado di inviare rinforzi nell’oblast’di Chersòn.
Dopo giorni di silenzio serrato richiesto dal presidente Zelens’kyj in persona, una buona notizia arriva dal fronte della prima controffensiva lanciata dagli ucraini. «Le forze armate russe non sono più in grado di inviare rinforzi nell’oblast’di Chersòn» ha annunciato Nataliya Gumenyuk, portavoce del gruppo armate Sud dell’esercito. Tale impossibilità non riguarda però la mancanza di soldati invasori – comunque cronica – bensì la distruzione definitiva di tutti i ponti che collegavano le due rive del fiume Nipro. Gli attacchi missilistici degli Himars, donati dagli Usa a Kyiv, si erano infatti moltiplicati allo scopo di colpire qualsiasi infrastruttura potesse trasportare uomini e mezzi nei punti caldi dei combattimenti; spesso addirittura mentre passavano i convogli stessi. La logistica silovika è così entrata in affanno acuto, menomata persino dalle chiatte approntate dal genio militare. Il comando russo si è quindi trovato costretto a organizzare inefficienti ponti aerei per rifornire le affamate artiglierie rusciste sulla riva Ovest, indispensabili nel tentativo di contenere l’impeto dell’offensiva ucraina. Stormi formati da elicotteri Mil Mi8 e cannoniere Ka52 Alligator di scorta ora trasvolano con frenesia le sponde nell’impossibile tentativo di compensare le consegne solitamente affidate agli enormi camion cassonati. I reparti di Mosca stanno in pratica soffrendo quello che un tempo inflissero ai difensori ucraini durante l’assedio di Mariupol. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI “CRONACHE DI GUERRA” Sebbene si ritrovino a vedersela da sole e con una progressiva scarsità di mezzi, sarebbe tuttavia prematuro proclamare già accerchiate le nutrite forze schierate a difesa dell’unico capoluogo che il Cremlino è riuscito a conquistare. Il vasto schieramento di oltre 20mila soldati d’occupazione contro cui si confrontano quelli ucraini nel tentativo di liberare la loro terra si presenta infatti suddiviso in tre salienti: la città stessa; la testa di ponte giallazzurra sul fiume Inulec’ (affluente da parte Ovest del Nipro); la zona Nord verso Kryvyj Rih. Trincerati intorno a Chersòn si trovano la 20esima Divisione di fucilieri motorizzati della guardia, il 108esimo Reggimento dei cosacchi avioassaltatori di Kuban e la 126esima Brigata di difesa costiera; un po’ più distante – nell’area tra Kyselivka e Snihurivka – è poi schierata la 7ma Divisione della guardia degli avioassaltatori di montagna, compresa la sua subunità del 247esimo Reggimento. Per tamponare il secondo versante, quello dell’Inulec’, sono stati dispiegati la 205esima Brigata separata di fucilieri meccanizzati e il 217esimo Reggimento dei paracadutisti della guardia. La 98esima Divisione dei paracadutisti della guardia, il 331esimo Reggimento dei paracadutisti della guardia e la 45esima Brigata specnaz della guardia sono stati invece inviati a Nord, cioè nel quadrante in cui per prima ha ceduto un’unità di miliziani di Donec’k e dove è in corso un’aspra battaglia per la conquista della cittadina di Vysokopillya. Nonostante questo impressionante dispiegamento di forze, le scarse notizie che riescono a emergere dalla “nebbia della guerra” al momento assegnano dei successi incoraggianti alle forze del Paese dei Girasoli, dimostratesi capaci di difendere i nuovi territori liberati dai contrattacchi delle Z truppen. Di Camillo Bosco

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