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La guerra logora il putinismo

Igor’ Girkin sotto investigazione dei giudici del Cremlino
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La guerra logora il putinismo

Igor’ Girkin sotto investigazione dei giudici del Cremlino
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La guerra logora il putinismo

Igor’ Girkin sotto investigazione dei giudici del Cremlino
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Igor’ Girkin sotto investigazione dei giudici del Cremlino
Scherza coi fanti ma lascia stare gli zar. Alla fine anche il terrorista russo a piede libero Igor’ Girkin è riuscito a farla più grossa delle difese disposte dai suoi potenti, nonché anonimi, protettori. La testata russa “Mash” ha infatti annunciato l’apertura di un’indagine per «discredito delle forze armate» contro il baffuto ultranazionalista russo, il quale ha incassato asserendo «Continuerò come sempre, senza farmi intimidire». Che sarà mai, del resto, per uno che porta già sulla capoccia una condanna in contumacia inflittagli nei Paesi Bassi per l’abbattimento in Ucraina del volo MH17 e la conseguente morte dei 298 civili imbarcati. D’altronde erano mesi che il pensionatuccio dell’Fsb – i servizi segreti russi di cui fu capo anche Vladimir Putin – era in cerca di rogna. Girava per le trasmissioni tv ammettendo che nel 2014 lui e i suoi uomini non avevano trovato, in Crimea, alcun supporto popolare per l’annessione alla Russia; in ogni occasione ricordava che senza la sua sortita a Slov’’jans’k non sarebbe mai scoppiata la guerra del Donbas; negli streaming consigliava persino al suo presidente di stare zitto per evitare di dire idiozie sul conflitto che stanno perdendo. Veleno purissimo per le fake news diffuse dagli zetisti e da ogni loro “utile idiota” in Occidente. Non contento, nel suo canale Telegram aveva persino commentato con un «Bla! bla! bla!» (manco fosse Greta Thunberg) quello che in effetti fu il lungo e noioso discorso di Putin del 21 febbraio scorso. Chi ci legge sa sin dall’anno scorso che Girkin è del tutto pessimista sulle possibilità di una vittoria russa, ma dopo il suo fallito tentativo di combattere al fronte – a suo dire boicottato dalle camarillas di Mosca – sembra aver abbandonato ogni filtro. L’ultima e più grande provocazione ha riguardato una riflessione sulla “operazione militare speciale”, subito dopo l’emissione del mandato di cattura internazionale contro Putin da parte della Corte dell’Aia. Girkin ha fatto notare che se guerra non è (e di certo ne manca la dichiarazione formale) il quadro giuridico dell’invasione russa dell’Ucraina risulta traballante. Dal febbraio scorso staremmo quindi assistendo alla più grande immigrazione illegale – armi in pugno – dai tempi dei Visigoti, esponendo ognuna delle Z truppen all’accusa di crimini di guerra. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA” Se non è dato sapere cos’abbia scatenato l’attivismo dei giudici russi, è risaputa la loro dipendenza dagli indirizzi dettati dal Cremlino. Forse è stata la semplice somma di tutte le provocazioni che, come la proverbiale goccia d’acqua, ha scavato in ogni salvacondotto che tutelava Girkin grazie ai colleghi dell’Fsb o all’oligarca Konstantin Malofeev (un fanatico ultra-reazionario che l’ha impiegato come capo della sicurezza). Intanto Evgenij Prigožin, il patron del Gruppo Wagner, ha già fatto sapere che non recluterà Girkin se finirà tra i galeotti. Gliel’aveva già proposto mesi fa e questi, rifiutandosi, si era dimostrato ai suoi occhi nient’altro che un boltùn (quaquaraquà). È chiaro come il sistema che aveva innalzato Girkin a eroe della novorossija lo stia ormai rigettando. Che gli convenga consegnarsi all’Occidente? In fondo una galera europea sarà sempre meglio di una russa. Di Camillo Bosco

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