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Le ultime menzogne propagandistiche dell’operazione Z russa

La conquista dell’isola dei Serpenti, le vittorie in Belgorod che altro non erano che fuochi d’artificio rimasti inutilizzati dopo la grande parata del 9 maggio: questa e tante altre dicerie figlie della propaganda russa.

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Le ultime menzogne propagandistiche dell’operazione Z russa

La conquista dell’isola dei Serpenti, le vittorie in Belgorod che altro non erano che fuochi d’artificio rimasti inutilizzati dopo la grande parata del 9 maggio: questa e tante altre dicerie figlie della propaganda russa.

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Le ultime menzogne propagandistiche dell’operazione Z russa

La conquista dell’isola dei Serpenti, le vittorie in Belgorod che altro non erano che fuochi d’artificio rimasti inutilizzati dopo la grande parata del 9 maggio: questa e tante altre dicerie figlie della propaganda russa.

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La conquista dell’isola dei Serpenti, le vittorie in Belgorod che altro non erano che fuochi d’artificio rimasti inutilizzati dopo la grande parata del 9 maggio: questa e tante altre dicerie figlie della propaganda russa.

I nostri vivissimi complimenti vanno alle forze armate dell’esercito russo. Il general maggiore Igor Yevgenyevich Konashenkov ha infatti affermato, durante una delle usuali conferenze stampa che il Ministero della difesa moscovita tiene per aggiornare il mondo sui successi dell’Operazione “Z”, che l’isola dei Serpenti rimane saldamente in mano a Mosca.

Più di 50 soldati d’élite, 4 aerei, 10 elicotteri, 3 navi, e 30 droni ucraini sono stati ineluttabilmente distrutti dalle forze dello Zar mentre cercavano di assaltare questo scoglio strategico a sud di Odessa. Non è infatti risultato di tutti i giorni arrivare, nel cumulo totale delle perdite inflitte, a distruggere il 347% della forza aerea nemica in neanche 80 giorni di guerra. Operazione militare speciale, pardon.

Sappiamo che vi sono dei maligni impegnati incessantemente nell’insistere sul fatto che i numeri di tali perdite non tornino e che la matematica non sia un’opinione, ma è noto come tali elementi siano dei conclamati math-nazi (fratelli ideali dei grammar-nazi) al soldo della Nato o di Soros, e talvolta contemporaneamente di entrambi. Cataloghiamo invece come completamente prive di fondamento tutte le voci che vorrebbero l’isola di nuovo in mano ai banderisti: non credete ai numerosi video che lo testimonierebbero, e non cercateli neanche sul web se proprio dobbiamo essere chiari. In caso di ulteriori dubbi, vi consigliamo di contattare la più vicina sede dell’Fsb per i necessari chiarimenti.

Solo per puro dovere di cronaca riportiamo dunque la propaganda del menzognero regime di Kyiv, intenzionato a darci a bere che nel nord le sue truppe abbiano raggiunto in alcuni punti il confine con la Madrepatria russa dopo aver mandato in rotta i prodi reparti lì dislocati.

Teniamo a confermare quindi che la città di Belgorod non è assolutamente sotto minaccia di attacco nemico, e i rumori che nelle notti scorse qualche ingenuo ha scambiato per un bombardamento aereo ucraino su infrastrutture militari e logistiche site in città erano invece gli scoppi dei fuochi d’artificio rimasti ancora inutilizzati dopo la gloriosa parata del 9 maggio.

Spostandoci sul fronte di Izjum è utile anche smentire la diceria che vorrebbe la 17esima brigata corazzata ucraina, originaria di Kryvyj Rih, come fautrice della distruzione di numerosi pontoni militari sul fiume Severskij Donec e l’eliminazione di più di 50 mezzi militari rimasti bloccati al di là del fiume, grazie all’intuizione di un suo ingegnere sulla localizzazione dei guadi. Le teste di ponte create dai nostri genieri sono notoriamente resistenti e soprattutto invisibili quindi le foto che ne raffigurerebbero la distruzione dimostrano invece la loro presenza, ineffabile per gli osservatori nemici.

Alcuni di voi ci hanno scritto per chiederci lumi su quanto visto nel reportage di una emittente cinese, la Phoenix Tv, in diretta dal fronte.

Il visibile lancio della torretta di un nostro carro armato a più di 70 metri di altezza testimonia un test per la rapida eiezione dei nostri valorosi carristi in caso di attacco nemico; e non una conflagrazione catastrofica del carosello di autoricarica dei munizionamenti a seguito di un colpo di missile anticarro sulla strada tra Mariupol e Doneck, come qualche ignorante sostiene.

Lasciandovi agli altri articoli di questo quotidiano che gentilmente ha deciso coraggiosamente di dedicare uno spazio alla diffusione della Verità in Italia, vi raccomandiamo di non perdervi i prossimi numeri dove verrà spiegato come l’Urss abbia vinto da sola la Grande guerra patriottica – chiamata dai reazionari Seconda guerra mondiale – e come abbia vinto anche la Guerra fredda.

Gloria a Putin, gloria ai siloviki!

  di Camillo Bosco

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