Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca. Lukašėnka il bielorusso media la tregua tra Prigožin e Putin
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca. Lukašėnka il bielorusso media la tregua tra Prigožin e Putin
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca. Lukašėnka il bielorusso media la tregua tra Prigožin e Putin
Prigozhin si ferma. Non gli serve arrivare a Mosca. Lukašėnka il bielorusso media la tregua tra Prigožin e Putin
Un colpo di teatro interrompe il blitzputsch dei mercenari russi. A sorpresa, Evgenij Prigožin ha fermato le sue truppe ormaia un passo dai confini urbani di Mosca. Le unità paramilitari lealiste equipaggiate con meri blindati – tutti i carri armati russi infatti sono in Ucraina, soprattutto in forma di rottami anneriti – e armi leggere che avevano eretto scarne difese sulle vie d’accesso della capitale hanno tirato un sospiro di sollievo. Voci insistenti asserivano che non avrebbero comunque neanche sparato un colpo sugli ‘eroi’ del Gruppo Wagner in avvicinamento, ma grazie al dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnka non sapremo mai se il combattimento avrebbe davvero avuto luogo.
È stato Lukašėnka infatti a mediare una tregua tra Prigožin e Putin, di cui però non conosciamo i termini. Visto che i ceceni inviati da Ramzán Kadýrov a Rostov non stavano cavando un ragno dal buco e che i wagneriti stavano avanzando a velocità sostenuta e indisturbata verso il Cremlino, è naturale pensare che il cedimento sia stato della fazione putiniana. Una sconfitta politica assoluta per il presidente russo, di cui capiremo l’esatta portata nelle prossime settimane.
Come un altro famoso calvo che gli italiani conoscono bene, Prigožin ha quindi conquistato la capitale del suo Stato senza neanche entrarci. La marcia su Mosca si è così conclusa con la stessa repentinità con cui è iniziata, lasciando un’eredità ineludibile: la debolezza del regime russo è ormai davanti agli occhi di tutti e i suoi pochi e stantii ammiratori in Occidente non potranno più negarla.
di Camillo Bosco
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