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Prigozhin marcia su Mosca

Il capo del Wagner Prigozhin abbandona ogni indugio e si propone come nuovo leader della Russia con la forza dei suoi mercenari
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Prigozhin marcia su Mosca

Il capo del Wagner Prigozhin abbandona ogni indugio e si propone come nuovo leader della Russia con la forza dei suoi mercenari
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Il capo del Wagner Prigozhin abbandona ogni indugio e si propone come nuovo leader della Russia con la forza dei suoi mercenari
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Il capo del Wagner Prigozhin abbandona ogni indugio e si propone come nuovo leader della Russia con la forza dei suoi mercenari
«Quello che sta accadendo è apostasia contro la storia millenaria dello Stato russo» Putin sconfina nella scomunica per commentare il colpo di Stato militare in atto da parte di Evgenij Prigožin. I mercenari del gruppo Wagner, l’esercito personale di Prigožin, hanno varcato questa notte i posti di blocco tra l’Ucraina occupata e la oblast’ di Rostov prendendo la città con un colpo di mano. Le guardie di frontiera li hanno fatti passare indisturbati e i paramilitari della Guardia nazionale russa (la Rosgvardija), nonostante fosse stata mobilitata con l’attivazione del protocollo “Cittadella” che prescrive la messa in sicurezza dei punti chiave delle istituzioni nel capoluogo di regione, non hanno sparato un colpo. I macellai prezzolati dell’ex carcerato hanno così occupato il quartier generale del Distretto militare meridionale russo, da cui sono coordinate buona parte delle operazioni d’invasione. Prigožin ha quindi ribadito i suoi proclami dei giorni scorsi, asserendo che è un vero e proprio tentativo di regime change (quantomeno nell’esercito russo). Il dettaglio significativo è la presenza di ferite sul volto del patron del Wagner, segno che sembra davvero essere sopravvissuto a un tentativo di omicidio da parte del regime di Putin. Forse celato, nella notte, da uno dei raid missilistici russi tra i più consistenti degli ultimi mesi. Se la situazione sembra confusa, in realtà segue una logica ferrea. Il giorno dopo il 24 febbraio 2022 il Cremlino ha iniziato un’invasione che pensava sarebbe durata 3 giorni, scoprendosi quindi incapace di condurla. Il caos seguente ha portato enormi risorse e riconoscimenti all’unico uomo con un esercito funzionante in Russia, dopo anni di ruberie e disorganizzazioni studiate a tavolino per impedire all’ex Armata Rossa di tornare mai a essere una forza capace di attuare golpe. Quando l’epopea di Bachmut ha reso il sistema Prigožin un’entità politica, la “piccola razza suprema moscovita” ha cercato di limitarne il potere innescando una sequenza di reazioni di autoconservazione da parte del parvenu. Ora siamo quindi all’ultimo atto di tali rappresaglie, dove l’uomo un tempo definito “il cuoco di Putin” è in viaggio per cucinarsi il suo ex cliente. Dopo Rostov sul Don, le truci colonne di gipponi carichi di Wagner (i blindati e i carri sono troppo lenti e arriveranno dopo, nel caso) sono infatti partite alla volta di Voronež, capoluogo della oblast’ omonima e punto mediano sulla strada per la capitale russa. Anche nella seconda tappa le forze di sicurezza non hanno reagito all’invasione, mentre emergevano le dichiarazioni di fedeltà di – ancora pochi, ma significativi –  reparti regolari russi ai progetti golpisti. Non solo questo, ma ben tre elicotteri (due multiruolo Mi-8 Hip e una cannoniera volante Mi-24 Hind) delle forze aerospaziali russe mandati a intercettare la colonna di ribelli sono stati abbattuti. Mentre scriviamo pare che vi siano i primi veri combattimenti tra il Wagner e l’esercito russo nei dintorni di Voronež, nel comprensibile tentativo di bloccare l’avanzata verso Mosca. Nel mentre Kyïv osserva dalla finestra, lanciando qualche attacco sulla linea di contatto per testare la tenuta delle unità russe schierate. Nella notte infatti pare le unità filo-wagneriane abbiano colpito quelle lealiste, ma non vi sono conferme dirette di questi supposti gravi casi di fratricidio.   di Camillo Bosco

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