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Dazi: Borse mondiali in un baratro senza fine. Wall Street apre subito a -3%. Bruciati 9.500 miliardi in 3 giorni

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Hong Kong chiude a -13,22% mentre Wall Street apre subito con segno negativo (-3%), ma per il tycoon: “In Usa non c’è inflazione”. Goldman Sachs alza al 45% la probabilità che gli Stati Uniti finiscano in recessione nell’arco di 12 mesi. La Fed convoca riunione di emergenza

Dazi: Borse mondiali in un baratro senza fine. Wall Street apre subito a -3%. Bruciati 9.500 miliardi in 3 giorni

Hong Kong chiude a -13,22% mentre Wall Street apre subito con segno negativo (-3%), ma per il tycoon: “In Usa non c’è inflazione”. Goldman Sachs alza al 45% la probabilità che gli Stati Uniti finiscano in recessione nell’arco di 12 mesi. La Fed convoca riunione di emergenza

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Dazi: Borse mondiali in un baratro senza fine. Wall Street apre subito a -3%. Bruciati 9.500 miliardi in 3 giorni

Hong Kong chiude a -13,22% mentre Wall Street apre subito con segno negativo (-3%), ma per il tycoon: “In Usa non c’è inflazione”. Goldman Sachs alza al 45% la probabilità che gli Stati Uniti finiscano in recessione nell’arco di 12 mesi. La Fed convoca riunione di emergenza

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A nulla sono valse le parole di Donald Trump che in queste ore sta tentando di rassicurare gli investitori con frasi che non convincono proprio nessuno. Si registra infatti un altro avvio di settimana complicatissimo per tutte le Borse mondiali, compresa Wall Street che ha aperto la seduta con l’indice Dow Jones subito in picchiata a -3%, sprofondato pochi minuti dopo a -5,5%. I tecnologici, fin dalle prime battute, sono quelli più in sofferenza: Apple cede 6 punti percentuale, male anche il titolo dell’amico Elon Musk (Tesla -7%). Per il pomeriggio la Fed ha convocato una riunione di emergenza con un focus sui tassi di interesse.

Nonostante i crolli in Borsa, i toni di The Donald non sembrano cambiare, anzi: “Questa settimana ho parlato con molti europei, asiatici, in tutto il mondo. Stanno morendo dalla voglia di fare un accordo sui dazi”, ha dichiarato il presidente americano. Sui crolli delle Borse, dice: “A volte è necessario assumere farmaci per curarsi”. Poi, inveisce nuovamente contro l’Ue: “L’Europa ha fatto una fortuna con noi. Ci ha trattato molto molto male”. Ma stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale”.

Intanto la Cina chiede l’apertura di un negoziato con la Casa Bianca. “Il mercato ha parlato”, hanno detto da Pechino, chiedendo a Washington una “consultazione partitaria” dopo le ultime restrizioni statunitensi al commercio.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun ha dichiarato così con un messaggio su Facebook nel fine settimana: “Adesso è il momento che gli Stati Uniti smettano di agire in modo sbagliato e risolvano le divergenze con i partner commerciali attraverso una consultazione paritaria”. Già lo scorso 4 aprile la Cina aveva risposto con dazi del 34% alle ultime barriere dell’interscambio posto dagli Usa il 2 aprile. Quando Trump aveva annunciato il nuovo dazio, al quale si era aggiunta una tassa del 25%.

Intanto, il petrolio è in brusca correzione in Asia. Il Light crude Usa segna un tonfo del 2,74%, a 60,29 dollari, mentre il Brent accusa una perdita del 2,65%, a 63,84 dollari. Goldman Sachs, a conferma delle preoccupazioni degli investitori, ha appena portato dal 35% al 45% la probabilità che gli Stati Uniti finiscano in recessione nell’arco di 12 mesi. A Wall Street i future sull’S&P 500 calano del 3,5% e quelli sul Nasdaq del 4,5%. Registrando la peggiore settimana dall’inizio della pandemia di coronavirus del 2020. Giù del 3% i future sull’EuroStoxx 50. E anche le materie prime precipitano, con i future sul Brent e quelli sul Wti in calo del 3,5% e i contratti sul greggio Usa sotto i 60 dollari al barile.

In discesa il rame che arretra di oltre il 7%, a 8.690 dollari a tonnellata. Cala dello 0,8% a 78.200 dollari il Bitcoin, mentre il dollaro Usa scende dello 0,3% rispetto a un paniere delle principali valute rivali, con lo yen che avanza dello 0,8% sotto quota 146 sul biglietto verde e il renminbi cinese offshore che viene scambiato liberamente, giù dello 0,2% a 7,31 sul dollaro. In lieve calo l’euro che comunque viaggia sopra 1,09 sul dollaro.

Un’ondata che ha sconvolto i mercati asiatici, tanto che il premier giapponese Shigeru Ishiba ha dichiarato che si recherà quanto prima negli Usa, per discutere la delicata questione dei dazi. Il tentativo è quello di attenuare il contraccolpo all’economia del Sol Levante, pesantemente orientata all’esportazione.

“Dobbiamo sottolineare chiaramente che il Giappone non sta facendo nulla di ingiusto”, ha dichiarato Ishiba. Definendo “estremamente spiacevole” l’imposizione delle tariffe del 24% da parte di Trump, in particolare sul comparto auto, un settore chiave per la Nazione. 

AVVIO CHOC DELLE BORSE EUROPEE

A Piazza Affari il Ftse Mib cede il 6% ma il bilancio potrà essere ancora peggiore quando tutti i titoli riusciranno ad aprire. Parigi perde il 6,15%, Francoforte il 7,1% e Madrid il 4,66%. Nei titoli milanesi, Generali perde il 7%, Ferrari il 7,95% ed Eni il 6,9%. Ribassi in doppia cifra per le banche, a partire dal -11,27% di UniCredit.

Alla Borsa di Milano molti titoli non aprono. Il ribasso calcolato sui pochi che scambiano è del 3,4%. In tilt il Ftse Mib.

LA CORSA ALL’ACQUISTO DEL BUND TEDESCO

Sale ancora lo spread fra Btp e Bund tedesco e arriva a 130 punti base. Il rendimento del decennale italiano è aumentato al 3,79% (+3 punti base). A crollare è il rendimento del titolo di Stato tedesco, sceso al 2,49% (-8 punti base), segno che c’è una corsa all’acquisto dei Bund.

Trump: “In Usa non c’è inflazione”

“I prezzi del petrolio sono in calo, i tassi di interesse sono in calo (la lenta Fed dovrebbe tagliare i tassi!), i prezzi dei prodotti alimentari sono in calo, non c’è inflazione e gli Usa, sfruttati da tempo, stanno portando miliardi di dollari a settimana dai Paesi che abusano con tariffe già in vigore. Questo nonostante il fatto che il più grande sfruttatore di tutti, la Cina, i cui mercati stanno crollando, abbia appena aumentato i suoi dazi del 34% senza riconoscere il mio avvertimento ai paesi che sfruttano di non reagire”. Sono le parole scritte dal presidente statunitense Donald Trump sui social. Il tycoon difende i dazi e dichiara: “Hanno guadagnato abbastanza, per decenni, approfittando dei buoni vecchi Usa! I nostri precedenti `leader´ sono da biasimare per aver permesso che questo e così tanto altro, accadesse al nostro Paese. Rendiamo l’America di nuovo grande!”.

Dazi, la Casa Bianca: “Trump aperto a nuove intese”

Trump rimane determinato a portare avanti la sua politica commerciale. Ma resta comunque “pronto” ad ascoltare i Paesi che presenteranno “accordi davvero vantaggiosi” riguardo i dazi. Lo afferma Kevin Hassett – il consigliere economico della Casa Bianca – in un’intervista a Fox News.

Hassett spiega: “Trump sta raddoppiando su qualcosa che sa che funziona”. Il tycoon – secondo il consigliere economico della Casa Bianca – “continuerà su questa strada” ma “ascolterà anche i nostri partner commerciali. E se arriveranno con grandi accordi che favoriscano la manifattura e l’agricoltura americane, sono sicuro che li prenderà in considerazione”.

Di Claudia Burgio

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