Addio alle armi e alla guerra di Vladimir Putin. La storia di due uomini russi, che per scappare dall’arruolamento militare obbligatorio hanno attraversato lo Stretto di Bering su una barchetta, parla di libertà ma anche di tragedia. La tragedia di un Paese che con l’invasione dell’Ucraina è tornato a una guerra fredda e fuori tempo, inseguendo le ambizioni espansionistiche del suo capo. La realtà è che oggi molti russi, di andare a morire in Ucraina da invasori e a centinaia di chilometri di distanza dalle proprie case, non hanno proprio voglia. I due uomini in barca sono arrivati in Alaska a Gambell, villaggio di 500 anime o poco più sulla Saint Lawrence Island, e a quanti li hanno accolti (anche con un certo stupore) hanno raccontato di essere scappati via da Ėgvekinot, villaggio siberiano nel Nord-Est della Russia.
«Sono approdati martedì» ha riferito il Dipartimento della Sicurezza nazionale, subito allertato per il loro arrivo. Dopo l’approdo i due sono stati poi trasferiti ad Anchorage, la città principale dell’Alaska, per i necessari controlli e le loro richieste di asilo sono al momento al vaglio delle autorità americane. «Il loro arrivo ci ha colto di sorpresa» ha commentato il governatore dell’Alaska Mike Dunleavy anche se «non ci attendiamo un flusso continuo. Non ci sono per adesso indicazioni che vadano in questo senso». Diverso invece il parere del senatore Dan Sullivan, che non esclude nuovi arrivi e perciò chiede di attrezzarsi. Le vie della libertà sono infinite.
di Massimiliano Lenzi
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