Elezioni Grecia: continuità alla greca
| Esteri
Elezioni Grecia: hanno stravinto i conservatori di Nea Dimokratia; il loro leader Mitsotakis potrà guidare un governo monocolore. La crisi della sinistra

Elezioni Grecia: continuità alla greca
Elezioni Grecia: hanno stravinto i conservatori di Nea Dimokratia; il loro leader Mitsotakis potrà guidare un governo monocolore. La crisi della sinistra
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Elezioni Grecia: continuità alla greca
Elezioni Grecia: hanno stravinto i conservatori di Nea Dimokratia; il loro leader Mitsotakis potrà guidare un governo monocolore. La crisi della sinistra
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AUTORE: Andrea Pamparana
In Grecia – laddove molti osservatori nostrani guardavano con la speranza che il vento vincente per la destra fosse cambiato e, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee del 2024, tirasse un’aria di ribaltamento dei pronostici a favore di un centrodestra in salsa belga – hanno stravinto i conservatori di Nea Dimokratia. Con il 40,5% dei consensi, anche grazie alla nuova legge elettorale il loro leader Mītsotakīs potrà guidare un governo monocolore. Per la sinistra si tratta di una disfatta storica. Nel Parlamento ellenico entrano addirittura i cosiddetti “Spartani”, formazione di estrema destra erede di “Alba dorata”.
Perfino il figlio di un eroe, una icona della sinistra, Panagoulis ha dichiarato di aver votato per Mītsotakīs e questo fatto la dovrebbe dire lunga sulla crisi di una sinistra che non ha più agganci con il popolo (e ogni riferimento a nostre situazioni locali non è certo casuale). Tsipras non ha raggiunto manco il 20% e ora dichiara onestamente di «volersi rimettere al partito». Il mandato ricevuto dagli elettori consentirà a Mītsotakīs di governare in totale autonomia e di guardare alle Europee con ottimismo, potendo già affermare: «Trasformerò la Grecia». Per il dolore delle prefiche italiche in giro per cortei e non nei quartieri dove vivono i cittadini, resta fuori dal Parlamento l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, fondatore di Mera25 e abituale frequentatore dei salotti televisivi italiani, unici posti in cui raccoglieva adoranti consensi. Non vorrei che si equivocasse: seguo le vicende della Grecia dai tempi in cui militavo a Firenze per la liberazione di Alekos Panagoulis, il poeta e rivoluzionario greco, non marxista, per anni tenuto prigioniero in una grotta dal regime dei colonnelli. Fu esule dopo la liberazione, anche grazie all’azione dell’allora nostro ministro degli Esteri, il socialista Pietro Nenni. Protagonista di “Un uomo”, uno dei libri più belli e intensi di Oriana Fallaci, morì nel 1976 in un misterioso incidente stradale.
A causa della linea durissima del leader greco, la notizia della vittoria di Mītsotakīs preannuncia tempi difficili per l’Italia sul fronte dell’immigrazione. Su quello politico, però, costituisce una figura chiave per Giorgia Meloni per aprire una strada meno tortuosa per Fratelli d’Italia all’interno del Partito popolare europeo. Da questo punto di vista il leader leghista Matteo Salvini non potrà dormire sonni tranquilli. A chiudere questa riflessione il tracollo di un partito che ha fatto la storia della Grecia moderna: il Pasok, quel Partito socialista di Andreas Papandreu che per anni è stato il faro della politica di Atene.
di Andrea Pamparana
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