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I bombardamenti russi sull’Ucraina non si sono fermati neanche a Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere”

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I bombardamenti russi sull’Ucraina si sono protratti anche il giorno di Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere” ha ribadito il ministro degli Esteri dell’Ucraina Andrij Sybiha

I bombardamenti russi sull’Ucraina non si sono fermati neanche a Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere”

I bombardamenti russi sull’Ucraina si sono protratti anche il giorno di Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere” ha ribadito il ministro degli Esteri dell’Ucraina Andrij Sybiha

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I bombardamenti russi sull’Ucraina non si sono fermati neanche a Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere”

I bombardamenti russi sull’Ucraina si sono protratti anche il giorno di Natale. “Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere” ha ribadito il ministro degli Esteri dell’Ucraina Andrij Sybiha

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Donetska oblast’ – I bombardamenti russi sull’Ucraina si sono protratti per tutta la notte e il giorno di Natale. «Nessun obiettivo militare, solo l’intenzione d’uccidere» ha ribadito il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andrij Sybiha. La Federazione Russa sta deliberatamente continuando a distruggere le infrastrutture energetiche e civili ucraine per lasciare le persone senza elettricità, acqua e riscaldamento. La temperatura ieri notte è scesa a -20 ºC e muoversi in queste condizioni comporta seri problemi anche solo per recarsi nel più vicino punto di resilienza per bere una bevanda calda, caricare lo smartphone e possibilmente collegarsi a Internet.

Dieci civili ucraini sono così rimasti vittime d’un attacco russo contro il centro di Chernihiv proprio nel giorno di Natale. Un drone russo ha colpito l’edificio residenziale in cui si trovavano. E altri hanno preso di mira quei civili che cercavano disperatamente riparo durante il raid. Sempre nel bel mezzo del giorno di Natale, dalla riva opposta del fiume Dnipro gli occupanti russi hanno bombardato massicciamente il mercato centrale di Kherson proprio quando era maggiormente gremito di civili. Un attacco barbaro e cinico costato la vita a un lavoratore di 47 anni, fatto a pezzi mentre allestiva la sua bancarella.

Lì e qui nel Donetsk, più precisamente a Kostiantynivka e Myrnohrad, le Forze armate russe stanno facendo un macabro safari coi civili ucraini. Sparano su qualsiasi cosa si muova, inclusi bambini e anziani. Nella sola Kherson, dall’inizio dell’anno hanno ucciso 293 persone e ne hanno ferite quasi 2.500, di cui 200 bambini. Praticamente su quel versante mietono una vittima civile quasi ogni giorno dell’anno, continuando a dar la caccia a prede d’ogni età fin dentro gli scantinati. A Kostiantynivka restano circa 4mila abitanti. Vivono in prima linea. Trecento sono stati evacuati la settimana scorsa ma anche lì i droni russi mietono praticamente una vittima civile ucraina al giorno. Dopo esser noi stessi sfuggiti miracolosamente all’attacco d’uno di quei quadricotteri kamikaze, Alla Perdei e io abbiamo registrato statistiche pressoché identiche anche a Marhanets’ e nella vicina Nikopol’.

Non riuscendo a cavare un ragno dal buco a Pokrovsk, le Forze armate russe stanno cercando di sfondare sia a Kostiantynivka che a Myrnohrad lanciando continuamente piccoli gruppi di fanteria. Giorno e notte, senza tregua. Morto un gruppo, avanti l’altro. L’artiglieria non tace nemmeno durante le tempeste di neve e anche a venti gradi sottozero il ronzio dei droni continua a farci sentire delle prede. I russi impiegano l’intera gamma d’Uav di cui dispongono per raggiungere le retrovie ucraine fino a oltre 150 km dalle prime linee del fronte.

Un drone Geran’ è esploso pochi minuti prima che Alla e io passassimo per Mykhailivka, mentre al nostro arrivo nelle zone di Dobropillia diversi Fpv hanno attaccato a sciame colpendo un mezzo carico d’aiuti umanitari. In queste zone martoriate del Donetsk restano 12.642 bambini. Nei due villaggi più vicini alle prime linee ne vivono 383. Nell’inferno di Pokrovsk restano circa 1.250 civili. Nessuno di loro è stato evacuato nella settimana di Natale.

Come ha sottolineato il presidente Zelenskyj, «ci sono state correlazioni fra le riprese del territorio ucraino da parte dei satelliti cinesi e gli attacchi russi a specifici obiettivi dell’industria energetica». I porti d’Odesa sono stati sottoposti ad attacchi martellanti che hanno danneggiato silos, magazzini, imprese civili e chiatte, incluse due imbarcazioni battenti bandiera slovacca e liberiana. I russi non risparmiano nulla.

Ad accrescere l’inquietudine e il senso d’oppressione fra la popolazione civile e lo sconforto – per non dire la rabbia – fra i militari è il cosiddetto ‘piano di pace’ presentato da Zelenskyj nelle scorse ore come frutto della diplomazia ucraina. «Una porcata illeggibile» secondo i militari della 95ª Brigata con me al fronte. Opinione largamente diffusa da politologi e analisti ucraini con cui sono stato in contatto nelle scorse ore. A parer comune, i 28 punti presentati dagli emissari americani – scritti cioè dai russi – non dovevano neanche esser messi in prosa in quei 20 che Zelenskyj ha discusso con Trump a Mar-a-Lago, negli Usa.

«Una farsa che i russi non accetteranno» secondo il giornalista Ilia Ponomarenko.

«Un teatrino ignobile che non dovevamo neanche proporre noi, perché offendono il nostro sacrificio e la nostra gente» secondo i ragazzi al fronte.

Più che un successo della diplomazia ucraina, i 20 punti ‘riscritti’ sono un insulto alla valorosa Resistenza del popolo ucraino che, rebus sic stantibus, li rigetterà quando sarà chiamato a esprimersi alle urne. Da questo punto di vista, lo sgomento prodotto in Ucraina dalla ‘pace in 20 punti’ è persino peggiore di quello frutto delle bombe.

di Giorgio Provinciali

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