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Finanziamento candidati Stati Uniti

Il colore dei soldi per la Casa Bianca

È come un Risiko milionario. Storicamente il finanziamento dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti è l’affare degli affari

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Il colore dei soldi per la Casa Bianca

È come un Risiko milionario. Storicamente il finanziamento dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti è l’affare degli affari

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Il colore dei soldi per la Casa Bianca

È come un Risiko milionario. Storicamente il finanziamento dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti è l’affare degli affari

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È come un Risiko milionario. Storicamente il finanziamento dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti è l’affare degli affari

È come un Risiko milionario. Storicamente il finanziamento dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti è l’affare degli affari. Chi sostiene il candidato vincente alla Casa Bianca a suon di dollari, si garantisce automaticamente il futuro nel settore di appartenenza. Dopo l’annuncio del ritiro di Joe Biden dalla corsa, la piattaforma del Partito Democratico che raccoglie le donazioni, ha raggiunto quota 47,6 milioni dollari. È il frutto di migliaia di piccole e medie donazioni. Sul fronte repubblicano, tanto per avere un’idea della posta in palio, non ha ancora eguali la donazione di 45 milioni di dollari al mese che Elon Musk si dice pronto a sborsare a un gruppo di sostegno per Donald Trump. Ma è il Partito Democratico in queste ore sotto i riflettori. I donatori che hanno fatto pressioni per un passo indietro del presidente Biden, hanno elogiato la sua decisione. Mister Gideon Stein, figura carismatica nella comunità dei finanziatori che spingeva per un nuovo candidato, ha definito Biden “un vero eroe americano” e ha previsto che la decisione avrebbe aperto la strada a una vittoria democratica nella corsa presidenziale, scrive il New York Times.

C’è un’altra figura che calamita interessi e approvazione nel Partito Democratico. Daniella Ballou-Aares, l’amministratore delegato di un gruppo chiamato Leadership Now Project che aveva guidato le richieste dei dirigenti aziendali affinché Biden abbandonasse la campagna, paragona la sua decisione a quella di George Washington. Negli ultimi due anni, Biden e Harris hanno raccolto insieme centinaia di milioni di dollari per la loro candidatura alla rielezione. I fondi sono divisi tra la campagna di Biden, il Democratic National Committee, quasi tutti i Democratic Party statali e vari comitati di raccolta fondi congiunti. Al 30 giugno, tutti quei gruppi avevano a disposizione 240 milioni di dollari in contanti. 

La maggior parte di quel denaro, ad esempio la riserva del Democratic National Committee, non sarebbe stata intaccata da un cambio di candidato. Ma la fetta più importante è nei conti intestati al comitato della campagna Biden-Harris: 91 milioni di dollari stimati al 30 maggio scorso.

Quel denaro è stato raccolto dal ticket Biden–Harris. Pertanto, le uniche persone che hanno accesso al denaro sono proprio Biden e Harris. Quindi, se Harris dovesse essere ufficialmente nominata (con un nuovo numero 2), il suo nuovo ticket non avrebbe quasi nessuna interruzione finanziaria e avrebbe accesso ai circa 91 milioni di dollari in contanti a disposizione. Un vero e proprio tesoro. 

Trump e i repubblicani hanno rapidamente raggiunto i democratici nella raccolta fondi. Elon Musk, il miliardario proprietario di Space X e del social X (ex Twitter) commenta la notizia del ritiro di Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca con due faccine che ridono a crepapelle. In un altro post Musk, grande sostenitore di Donald Trump, aveva condiviso il commento di un utente che scriveva che “l’élite democratica, i media amici e donatori miliardari hanno esercitato con successo pressioni sul candidato scelto dagli elettori delle primarie democratiche affinché abbandonasse le elezioni perché era in svantaggio e stava perdendo. I democratici distruggono la democrazia nella ricerca del potere”. 

In verità Trump sembra non preoccuparsi più di tanto dei finanziamenti alla sua campagna elettorale. Abituato a muoversi con abilità e scaltrezza nella giungla dell’alta finanza a stelle e strisce, finora non si è mai soffermato più di tanto sul tema. Anzi. Nel corso dell’ultima convention a Milwaukee che lo ha incoronato ufficialmente candidato presidente del Partito Repubblicano, ha detto che sarà lui, una volta eletto, “a finanziare gli americani che lo voteranno con servizi e bonus che non hanno mai visto”.

di Diego La Matina

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