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Russia Nazioni Unite

La Russia alle Nazioni Unite

Sono tante le operazioni della disinformatia russa. Putin stesso aveva richiamato l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, quello che sancisce il diritto alla self-defence, per sostenere la sua “operazione militare speciale”, definita di peacekeeping!
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Putin stesso aveva richiamato l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, quello che sancisce il diritto alla self-defence, per sostenere la suaoperazione militare speciale”, definita di peacekeeping! Poi sono venute le smentite sugli attacchi indiscriminati a centrali nucleari e ospedali pediatrici: gravissime violazioni al diritto dei conflitti armati, che stabilisce il principio fondamentale di non coinvolgere la popolazione e gli obiettivi civili, i presidi sanitari e ogni struttura che possa «rilasciare forze pericolose» (quali ad esempio dighe, industrie chimiche, centrali idroelettriche e nucleari).

Ora ecco un’altra operazione della disinformatia russa: l’accusa presentata da Mosca al Consiglio di sicurezza secondo cui l’Ucraina avrebbe in preparazione attacchi batteriologici (un possibile pretesto per lanciare a sua volta un attacco con armi chimiche o peggio). Un altro falso casus belli, come l’accusa di genocidio nel Donbass rivolta all’Ucraina, ora smentita anche dalla Corte internazionale di giustizia, che ha anzi intimato alla Russia di cessare il fuoco.

L’altro caso inquietante è quello denunciato dal presidente Zelensky, secondo cui nei territori che man mano vengono occupati Mosca cerca di imporre nuovi governatorati locali filorussi. Da qui l’arresto del sindaco di Melitopol, portato via come un criminale da un commando incappucciato. Per le Convenzioni dell’Aja e di Ginevra le autorità amministrative locali devono continuare a svolgere le loro mansioni anche durante le occupazioni militari e nello Statuto della Corte penale internazionale sono definiti crimini di guerra sia la detenzione illegale di civili non combattenti (il sindaco stava distribuendo aiuti alla popolazione) sia la cattura di ostaggi.

Vorremmo davvero che si parli davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite delle questioni poste dalla Russia. Anzi, sarebbe meglio parlarne davanti all’Assemblea generale. Ascolteremmo bene tutti i Paesi che si sono appena pronunciati sulla Risoluzione A/ES-11/L.1 Aggressione contro l’Ucraina del 1° marzo, di cui tutti hanno sentito parlare ma che da pochi è stata davvero letta. Eccone una sintesi: «L’Assemblea Generale, (…) riaffermando l’importanza fondamentale della Carta delle Nazioni Unite nella promozione dello Stato di diritto tra le nazioni; (…) ricordando l’obbligo di tutti gli Stati ai sensi dell’articolo 2 della Carta di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, o in qualsiasi altro modo non coerente con gli scopi delle Nazioni Unite, e la risoluzione delle controversie internazionali con mezzi pacifici (…);

  1. Ribadisce il suo impegno a favore della sovranità, dell’indipendenza, dell’unità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, comprese le sue acque territoriali;
  2. Deplora con la massima fermezza l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina in violazione dell’articolo 2, paragrafo 4, della Carta;
  3. Chiede che la Federazione Russa cessi immediatamente l’uso della forza contro l’Ucraina e che si astenga da qualsiasi ulteriore minaccia illegale o uso della forza contro qualsiasi Stato membro;
  4. Chiede inoltre che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale (…)».

Crediamo che possa bastare.

 

di Maurizio Delli Santi

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