L’attentato al cimitero che scuote l’Iran
| Esteri
L’attentato di oggi in Iran nel cimitero dove si trova la tomba del generale Soleimani suona come il gesto di qualche oppositore interno al regime di Teheran
L’attentato al cimitero che scuote l’Iran
L’attentato di oggi in Iran nel cimitero dove si trova la tomba del generale Soleimani suona come il gesto di qualche oppositore interno al regime di Teheran
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L’attentato al cimitero che scuote l’Iran
L’attentato di oggi in Iran nel cimitero dove si trova la tomba del generale Soleimani suona come il gesto di qualche oppositore interno al regime di Teheran
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AUTORE: Jean Valjean
Che a eliminare, il 3 gennaio 2020, il generale iraniano Qasem Soleimani siano stati gli Usa non è un mistero per nessuno. Per questo l’attentato di oggi in Iran – costato la vita a oltre cento persone (più un diverso numero di feriti) – nel cimitero dove si trova la tomba del generale e nel quarto anniversario dalla sua morte, suona probabilmente come il gesto di qualche oppositore interno al regime di Teheran. È troppo presto per tirare conclusioni ma una cosa è certa: la tomba di Soleimani non è da considerare un obbiettivo strategico o militare bensì un bersaglio simbolico che fa pensare, anche per questa ragione, a una questione interna all’Iran.
In queste settimane, con la guerra a Gaza dopo l’attacco di Hamas a Israele e con le tensioni crescenti fra Tel Aviv e gli Hezbollah del Libano, l’attentato di oggi in Iran finisce comunque col gettare benzina sul fuoco di una situazione che in Medio Oriente è già al limite. Appresa la notizia, il presidente russo Vladimir Putin ha inviato dal Cremlino un messaggio di cordoglio alle autorità iraniane, condannando come «scioccanti nella loro crudeltà e cinismo» gli attentati avvenuti ieri a Kerman. L’Iran, si sa, è amico e alleato di Mosca, ma che il presidente russo usi i termini «crudeltà e cinismo» mentre da quasi due anni ha mosso guerra all’Ucraina, dove i bombardamenti russi proseguono con vittime civili, ha il sapore della tragedia nella tragedia, in cui anche le parole sembrano aver smarrito il loro significato.
di Jean Valjean
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