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Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Scacco a Trump

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Come previsto, Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Questa sua vittoria resta un fatto di grande rilievo politico e rappresenta uno smacco cocente per Donald Trump

Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Scacco a Trump

Come previsto, Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Questa sua vittoria resta un fatto di grande rilievo politico e rappresenta uno smacco cocente per Donald Trump

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Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Scacco a Trump

Come previsto, Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Questa sua vittoria resta un fatto di grande rilievo politico e rappresenta uno smacco cocente per Donald Trump

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Come previsto, Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Ha battuto l’ex governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, democratico anche egli, ma in corsa come indipendente dopo la clamorosa sconfitta nelle primarie dem dello scorso mese di giugno.

Elezioni a New York, l’affluenza è stata altissima

L’affluenza è stata altissima, hanno votato più di due milioni di newyorkesi e il 34enne Mamdani ha staccato di 9 punti Cuomo, 51 a 40%. L’uomo dell’establishment, su cui aveva puntato con forza lo stesso Presidente degli Usa Donald Trump in chiave anti-Mamdani. Per essere più precisi, anti “socialist”. Perché, negli Usa definire un uomo politico socialista equivale al nostro “comunista“.

Le parole di Trump dopo la vittoria di Mamdani a New York

E infatti tutta l’aggressiva campagna di Donald Trump è stata puntata sullo spettro dei comunisti a New York. Roba che neanche Silvio Berlusconi dei tempi d’oro.

Nella notte, Trump ha masticato amaro e nel consueto post su Truth scritto tutto maiuscolo ha spiegato la sconfitta perché sulla scheda “non c’era il nome Trump”.

A lui, senza nominarlo, si è rivolto Mamdani nel discorso della vittoria dichiarando che: “In questo momento di oscurità politica, New York sarà la luce”.

La Big Apple ha il primo sindaco musulmano della sua storia, anche se non il più giovane. Sia chiaro, Mamdani è un musulmano ultra moderato, figlio dell’upper class, di un professore universitario dell’Ivy League – il top dell’università private americane – e di una regista di origini indiane. Nulla a che vedere con l’immaginario musulmano radicale che è stato provato a cucirgli addosso. Figurarsi estremista, a parte qualche dichiarazione oggettivamente discutibile sulla resistenza palestinese, più volte precisata in campagna elettorale.

Poi c’è la maliziosità degli avversari, Donald Trump in testa.

Del resto, è stato lo stesso Mamdani a impegnarsi in un vero e proprio infaticabile tour nel mondo finanziario e moderato della città. Mamdani sapeva di doverlo fare e l’ha fatto, riuscendo a non perdere l’appoggio dell’elettorato più giovane e di quella vera marea social che lo ha reso inattaccabile da Andrew Cuomo (ci sarebbe stato anche il candidato repubblicano Curtis Sliwa, ma non se l’è filato nessuno, a cominciare dallo stesso Trump che ha ripetutamente invitato a non votarlo e ha preso il 7%).

Mamdani e il rischio “comunista“

Quindi, del rischio “comunista“ resta la proposta dei trasporti pubblici gratuiti, del blocco degli sfratti, di un’aggressiva politica della casa a favore dei meno abbienti con affitti calmierati e di un’idea alquanto generica di lotta ai super miliardari.

Zohran Mamdani non diventerà l’anti Trump nazionale, la sua figura resta indigesta per ampie fette del mondo democratico, come dimostrato dal faticosissimo endorsement ottenuto solo all’ultimo istante dai vertici del partito e che un Barack Obama si è speso molto di più per le vittorie democratiche in Virginia e New Jersey. Ma la sua vittoria a New York resta un fatto di grande rilievo politico e rappresenta uno smacco cocente per Trump.

di Fulvio Giuliani

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