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Meloni all’Onu: “Continuare a sostenere l’Ucraina. Israele si difenda ma rispetti il diritto internazionale”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha concluso la sua missione americana, si concentra in particolare sulla politica estera: dall’Ucraina al Medio Oriente

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Meloni all’Onu: “Continuare a sostenere l’Ucraina. Israele si difenda ma rispetti il diritto internazionale”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha concluso la sua missione americana, si concentra in particolare sulla politica estera: dall’Ucraina al Medio Oriente

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Meloni all’Onu: “Continuare a sostenere l’Ucraina. Israele si difenda ma rispetti il diritto internazionale”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha concluso la sua missione americana, si concentra in particolare sulla politica estera: dall’Ucraina al Medio Oriente

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha concluso la sua missione americana, si concentra in particolare sulla politica estera: dall’Ucraina al Medio Oriente

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha concluso la sua missione americana trattando diversi temi al Palazzo di vetro dell’Onu e focalizzandosi in particolare sulla – fondamentale – politica estera: dall’Ucraina al Medio Oriente.

Per quanto riguarda l’Ucraina, Meloni – che non cita apertamente Vladimir Putin – spiega come “la ferita inferta al sistema fondato sulle regole dalla guerra d’aggressione russa sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma”. Una “ferita” che ha minato il “sistema internazionale” e “sta avendo effetti destabilizzanti ben oltre i confini” di quella guerra e “come un domino riaccende o fa detonare” altri conflitti. Giorgia Meloni dice, ancora una volta, che non bisogna voltarsi dall’altra parte ed è necessario continuare a sostenere e difendere l’Ucraina.

Per quel che concerne Israele, sono due i punti più importanti su cui si è concentrata la presidente del Consiglio: il diritto di Israele a difendersi dopo l’“orribile attacco del 7 ottobre” e, allo stesso tempo, il “rispetto di Israele del diritto internazionale”. Israele ha tutto il diritto di difendersi ma deve farlo rispettando il diritto internazionale, sottolinea la premier: “Affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive”.

Meloni spiega che l’Italia sostiene i diritti del popolo palestinese; anche ad avere un proprio stato che potrà nascere solo e soltanto se il popolo lo affiderà “a una leadership ispirata al dialogo”. “Sosteniamo anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato – le parole della presidente del Consiglio – ma affinché questo possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all’autonomia”, le parole della presidente del Consiglio che cita gli Accordi di Abramo come esempio di “convivenza e cooperazione vantaggiosa sulla base del mutuo riconoscimento”.

“Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare e lo è – prosegue Meloni – oggi l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani. Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini”.

I due obiettivi, per quanto riguarda la situazione – estremamente delicata – in Medio Oriente da raggiungere il prima possibile e “senza ulteriori ritardi” sono quindi: “un cessate il fuoco a Gaza” e “l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani”.

Meloni si dice inoltre “molto preoccupata” per quanto continua ad accadere in Medio Oriente e, parlando dei recenti attacchi israeliani in Libano, invoca lo stop alle armi: “Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano”.

di Filippo Messina

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