Nucleare, Francia e Regno Unito vogliono coordinare gli arsenali
Macron e Starmer hanno promesso per la prima volta nella storia che Parigi e Londra vogliono coordinare il proprio arsenale nucleare per difendere l’Europa dalle «minacce esterne»
Nucleare, Francia e Regno Unito vogliono coordinare gli arsenali
Macron e Starmer hanno promesso per la prima volta nella storia che Parigi e Londra vogliono coordinare il proprio arsenale nucleare per difendere l’Europa dalle «minacce esterne»
Nucleare, Francia e Regno Unito vogliono coordinare gli arsenali
Macron e Starmer hanno promesso per la prima volta nella storia che Parigi e Londra vogliono coordinare il proprio arsenale nucleare per difendere l’Europa dalle «minacce esterne»
I veleni e i colpi bassi dei negoziati per la Brexit – condotti con fermezza dal francese Michel Barnier – sono un ricordo lontano. Il riavvicinamento tra la Francia e il Regno Unito si è compiuto e a guidarlo è la difesa: il campo in cui il primato continentale di Parigi e Londra è indiscusso, visto che si tratta delle uniche due potenze nucleari dell’Occidente europeo. Questa settimana Emmanuel Macron è stato in Inghilterra da Keir Starmer per un vertice bilaterale durato tre giorni: era dal 2008 che un presidente francese non si recava a Londra per incontrare il premier britannico.
Durante la visita di giovedì alla base militare di Northwood, sede del Comando delle operazioni marittime della Nato, Macron e Starmer hanno promesso per la prima volta nella storia che Parigi e Londra vogliono coordinare i propri arsenali atomici per difendere l’Europa dalle «minacce esterne», riferendosi in modo chiaro anche se non esplicito alla Russia. Nella stessa giornata i due hanno presieduto a una videochiamata con i leader della ‘coalizione dei volenterosi’, riunitisi a Roma per il vertice sulla ricostruzione dell’Ucraina, esortando gli alleati ad aumentare la pressione su Mosca.
La Francia e il Regno Unito possiedono rispettivamente 290 e 225 testate nucleari: un arsenale di 515 atomiche modesto rispetto alle svariate migliaia della Russia e degli Stati Uniti, ma vicino alle 600 testate della Cina e pertanto potenzialmente adeguato per la deterrenza. In base all’accordo gli arsenali restano indipendenti ma viene introdotta la possibilità di coordinarli, per esempio organizzando congiuntamente lo schieramento dei sottomarini dotati di missili nucleari pronti a entrare in azione. Non si tratta di un ombrello nucleare franco-britannico a difesa dell’Europa, ma l’annuncio è comunque un passo significativo verso un coordinamento nella sicurezza più indipendente da Washington.
Tuttavia, per essere efficace la condivisione delle testate atomiche deve risolvere le differenze di fondo fra le dottrine strategiche dei due Paesi. Mentre il Regno Unito è membro del gruppo di pianificazione nucleare della Nato e ha già impegnato il suo arsenale atomico per la difesa dell’Alleanza, la Francia conserva gelosamente l’indipendenza e la sovranità del suo processo decisionale nella gestione delle armi nucleari. Parigi non partecipa all’accordo di condivisione della Nato in base al quale gli Usa dislocano le loro testate in Europa, consentendo ad alcuni Paesi europei di trasportarle eventualmente anche con i loro aerei.
Poi ci sono le questioni più strettamente militari. Il deterrente nucleare britannico è composto solamente da missili lanciabili da sottomarini di fabbricazione statunitense; quello francese dispone invece di missili sia per i sottomarini che per i cacciabombardieri, tutti di produzione nazionale. Sono differenze che limitano le possibilità di coordinamento. Londra ha promesso di dotarsi dell’opzione del lancio aereo, acquistando però dagli Usa i caccia F-35 dotati di missili in grado di trasportare le armi atomiche.
L’annuncio di Macron e Starmer rappresenta una svolta soprattutto per il Regno Unito, dove nel campo della difesa le leadership politiche hanno sempre favorito la relazione privilegiata con gli Usa. Parigi dovrà invece dimostrare ai partner europei di essere disposta a condividere le sue capacità militari in un rapporto equilibrato fra pari. Durante il discorso di martedì al Parlamento britannico Macron ha parlato della «responsabilità dei nostri due Paesi per la sicurezza del Continente», concludendo che «è arrivato il momento di articolarla».
di Federico Bosco
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- Tag: esteri
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