Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo “El País” in cui sottolinea che per cominciare a parlare con la Russia è necessario che Mosca si ritiri dai territori occupati e annessi con i referendum, chiedendo scusa. È evidente che a guerra in corso le parti che si fronteggiano tendano a esporre le tesi più estreme nelle dichiarazioni pubbliche e nelle interviste.
Da sempre la diplomazia non si racconta sui giornali e chi avesse qualche dubbio al riguardo vada a rivedere il lavoro diplomatico svolto nel secolo scorso nei confronti della Cina dall’allora segretario di Stato Usa Henry Kissinger. Un lavoro e dei negoziati talmente segreti che lo erano persino i voli che lo portavano a Pechino.
Quel che più interessa dell’intervista di Zelensky è però la questione del voto di midterm negli Stati Uniti. Cosa accadrebbe in caso d’una sconfitta di Joe Biden e dei democratici rispetto alla linea Usa di sostegno a Kiev? Zelensky dice di non essere preoccupato e aggiunge che i cittadini e le cittadine americane sono dalla parte degli ucraini e delle loro libertà.
Su questo pecca di una certa ingenuità, dato che le elezioni americane raramente si son decise per le scelte di politica estera e che oltreoceano l’invasione russa dell’Ucraina non è per i cittadini americani il tema più rilevante. Un aspetto, questo, il cui peso si potrà misurare all’indomani delle elezioni del prossimo 8 novembre. Un voto che riguarda tutto il mondo libero, non solo gli States.
di Jean Valjean
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