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Reti virtuali, per i cittadini russi non restano che le Vpn

Le Vpn sono l’unica via d’uscita per i cittadini russi per riuscire ad avere informazioni su quanto accade nel mondo libero.
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Reti virtuali, per i cittadini russi non restano che le Vpn

Le Vpn sono l’unica via d’uscita per i cittadini russi per riuscire ad avere informazioni su quanto accade nel mondo libero.
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Reti virtuali, per i cittadini russi non restano che le Vpn

Le Vpn sono l’unica via d’uscita per i cittadini russi per riuscire ad avere informazioni su quanto accade nel mondo libero.
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Le Vpn sono l’unica via d’uscita per i cittadini russi per riuscire ad avere informazioni su quanto accade nel mondo libero.
L’unica finestra aperta sul mondo libero per un cittadino confinato in territorio russo è l’utilizzo di una Vpn. Dietro questo acronimo di tre lettere, che sta per Virtual Private Network, si configura la possibilità di usare appunto una rete privata virtuale nascondendo il proprio indirizzo Ip, cioè il modo in cui viene identificato ogni apparecchio connesso a un network, tramite una sequenza numerica. In questo modo si possono creare vere e proprie triangolazioni per cui, connettendosi a un fornitore di tale servizio, ogni nostra azione passa per un server che può essere situato fisicamente in un Paese diverso da quello in cui ci troviamo. Così facendo, il nostro indirizzo Ip fisico viene oscurato nella rete pubblica e sostituito da un altro, fittizio, generato dal server a cui siamo connessi (se estero, proveniente da quel Paese). Normalmente l’utilizzo di una Vpn può essere utile per ragioni di sicurezza, in quanto rende meno semplice l’accesso diretto ai nostri device da terze parti, magari malintenzionate. Con una Vpn un utente può così bypassare eventuali censure presenti nel proprio Paese, risultando attivo da un altro punto del globo. In questo modo molti russi riescono ad avere accesso all’informazione libera degli altri Paesi e in altri contesti fortemente controllati gli utenti possono fruire di software altrimenti banditi. Chiaramente, tutto ciò costituisce una minaccia per chi fa della censura uno strumento necessario all’esistenza stessa del proprio regime. Irina Rukavishnikova, primo vicepresidente del Comitato del Consiglio della Federazione Russa per la legislazione costituzionale e l’edilizia statale, ha pensato bene di rivolgersi a Roskomnadzor, agenzia federale russa responsabile del controllo sui media e sull’informazione, per verificarne la legalità di utilizzo. La senatrice ha osservato che in Bielorussia, Corea del Nord, Turkmenistan, Turchia, Iraq e Iran l’uso delle Vpn è vietato dalla legge, mentre restrizioni parziali sono adottate in Oman, Emirati Arabi Uniti e Cina. La Rukavishnikova crede che in Russia si dovrebbe fare lo stesso, spiegando che così verrebbero limitati anche gli accessi al cosiddetto dark web, reti oscure non indicizzate dai motori di ricerca. “Reuters” ci ricorda però quanto Stati Uniti e Ue abbiano in passato sponsorizzato l’utilizzo delle Vpn proprio per consentire alla popolazione russa di essere informata su ciò che realmente veniva perpetrato dal proprio esercito in Ucraina, in quella che i media controllati dallo Stato definiscono “operazione militare speciale”. Da quando quest’ultima ha avuto inizio, il numero di download di software Vpn è cresciuto del 30%, rendendo la Federazione Russa il secondo fruitore mondiale di tale servizio dopo l’India. L’ufficio stampa di Roskomnadzor ha dichiarato che «i mezzi per aggirare il blocco di contenuti illegali costituiscono una minaccia», annunciando un giro di vite importante ad alcuni dei servizi Vpn più diffusi nella Federazione Russa. Molti utenti stanno già riscontrando malfunzionamenti o disservizi ma quel che è certo è che la fatwa lanciata dal regime rascista contro le Vpn non si risolverà così facilmente. Di Giorgio Provinciali

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