Le foto del deserto di Atacama sono ancora impresse nella nostra mente: la più grande discarica di abbigliamento al mondo, il risultato di un fast fashion ormai fuori controllo. Senza scomodare dati statistici, si tratta di un trend in continua crescita. Basta passeggiare per i centri cittadini in questi giorni di saldi estivi.
Al contempo, aumentano le battaglie social per un acquisto consapevole e informato. Vere e proprio lotte contro i mulini a vento, nella maggioranza dei casi. La parola d’origine è sostituibilità, acquisto famelico. Rompere per poi comprare, ancora e ancora. Ma la Francia tenta un’inversione di rotta.
La ministra dell’Ecologia francese Bérangère Couillard ha annunciato che a partire da ottobre sarà possibile richiedere un “bonus réparation” – letteralmente “bonus rammendo” – per incentivare la riparazione di indumenti in sartoria o anziché l’immediata fine nel cassonetto. Chiunque vorrà usufruirne, avrà diritto ad una cifra tra i 6 e i 25 euro.
Artigiani, calzolai e sarti potranno aderire all’iniziativa tramite un’apposita piattaforma messa a disposizione del governo.
Un ottimo modo per far del bene alle piccole botteghe soffocate dal consumismo, alle tasche dei francesi e, soprattutto, alla nostra Terra.
di Raffaela Mercurio
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