Scappata dalla Russia grazie a una pizza. Salva una delle Pussy Riot
Scappata dalla Russia grazie a una pizza. Salva una delle Pussy Riot
Scappata dalla Russia grazie a una pizza. Salva una delle Pussy Riot
Una delle forme più significative di resistenza è quella chiamata “ferrovia sotterranea”, come quella degli abolizionisti statunitensi prima della Guerra di secessione. Là quella rete di solidarietà serviva a far scappare gli schiavi; oggi serve a far uscire dalla Russia la gente messa in pericolo dalla repressione. In questo modo è riuscita a guadagnare prima la Lituania e da lì l’Islanda Maria Alyokhina, componente del collettivo punk rock Pussy Riot.
34 anni, Maria era stata una delle tre ragazze condannate per la clamorosa protesta anti Putin del 17 agosto 2012 nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore. Rilasciata nel dicembre del 2013, anche in seguito è stata arrestata a ripetizione. Ad aprile, dopo che aveva protestato contro l’offensiva del Cremlino in Ucraina, un tribunale ha sostituito i suoi arresti domiciliari con 21 giorni di colonia penale. Lei allora si è resa latitante, grazie appunto all’aiuto della “ferrovia sotterranea”.
Nascostasi nella casa di un’amica, ha lasciato da lei il cellulare in modo da ingannare sulla geolocalizzazione e poi si è data alla fuga travestita da rider, un’addetta come tante alla consegna del cibo. Dopo alcuni giorni ha raggiunto il confine. La prima volta le guardie bielorusse l’hanno trattenuta sei ore. Al terzo tentativo ce l’ha fatta. «Sono stata arrestata tre giorni dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina» ha raccontato. «Mi sono trovata di nuovo in un campo di lavoro. Quando sono stata rilasciata, i miei amici avevano lasciato la Russia o erano in prigione. Sono qui grazie alla solidarietà di altri artisti che mi hanno aiutato a fuggire dalla Russia».
Maria non fa sconti all’Occidente, «che continuava a vendere armi alla Russia e a comprare gas senza chiedersi cosa stesse succedendo con i diritti umani dei russi. Improvvisamente, con l’Ucraina, è come se avessero aperto gli occhi». Di Putin spiega che è solo «un tipo che ha occupato la presidenza in Russia e ha costruito uno Stato totalitario fingendo di essere un nuovo Stalin che combatte i nazisti. Non è pericoloso. Sono pericolose le cose di cui dispone. Le bombe atomiche, i missili. Ma lui non è nessuno. Non ha fatto altro che rovinare il Paese. In 22 anni non ha costruito nulla. E il resto del mondo lo sa. E se trascorri abbastanza tempo in Russia e vedi come funziona dall’interno, ti rendi conto che non c’è niente di più stupido. Ecco perché non hai paura di lui. Nessuno ha più paura, è ridicolo. Ciò che fa paura è ciò che sta accadendo in Ucraina».
di Maurizio StefaniniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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