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Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump

Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump. Tra i temi centrali: politica estera, dazi e il Canale di Panama

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Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump

Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump. Tra i temi centrali: politica estera, dazi e il Canale di Panama

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Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump

Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump. Tra i temi centrali: politica estera, dazi e il Canale di Panama

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Stato dell’Unione: le reazioni di Cina e Ucraina al discorso di Trump. Tra i temi centrali: politica estera, dazi e il Canale di Panama

La politica estera è stata centrale nel discorso di Trump al Congresso sullo Stato dell’Unione. Dai dazi contro i Paesi alleati alla volontà di annettere Canada e Groenlandia («Penso che ce la faremo in un modo o nell’altro. Ce la faremo») passando per le rivendicazioni sul Canale di Panama, sul quale il presidente americano si è espresso in questi termini: «Ci riprenderemo il Canala di Panama» ha dichiarato Trump. Ricordando che la costruzione dell’opera è avvenuto a spese di «migliaia di vita americane», per poi concludere chiosando «Lo abbiamo dato alla Cina e ce lo riprenderemo».

Una rivendicazione tutt’altro che casuale. Nelle ore in cui Trump teneva il suo discorso al Congresso, il premier cinese Li Qiang apriva i lavori del Congresso nazionale del popolo, promettendo una maggiore apertura commerciale della Cina per il rafforzamento delle sue relazioni globali multilaterali.

A Washington, il presidente americano reagiva sostenendo l’esatto contrario: oltre i dazi e l’annunciata guerra commerciale, la differenza rispetto alle politiche cinesi è negli annunciati tagli al governo federale – con annesso elogio al DOGE di Elon Musk – che assumono molto più valore se confrontati, nel contesto del duello a distanza di Pechino, con l’annuncio di un aumento della spesa, da parte della Cina, per stimolare la crescita.

Alla tacita reazione della Cina, nemica giurata di Trump dai tempi della sua prima amministrazione, si aggiunge la reazione del governo ucraino alle ennesime mistificazioni del presidente americano sul conflitto (I russi sarebbero «pronti per la pace» e a «porre fine a questa guerra insensata»).

La risposta a Trump arriva dal capo del Centro per la lotta alla disinformazione del consiglio nazionale di difesa e sicurezza ucraino, Andriy Kovalenko, che ha affermato: «Le parole secondo cui i russi danno segnali di pace e di negoziati avranno senso solo quando la Russia smetterà di colpire ogni giorno l’Ucraina con missili e droni» aggiungendo che «per ora Putin sta scartando l’idea di un cessate il fuoco del presidente degli Stati Uniti». Ma difficilmente Trump presterà ascolto alla realtà dei fatti.

Di Antonio Pellegrino

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