Ucraina e Polonia, sono in ballo grano e armi
Ucraina e Polonia: non è solo una questione di grano ma di armi e di difesa europea, con una guerra in corso da oltre un anno e mezzo nel Vecchio Continente
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Ucraina e Polonia: non è solo una questione di grano ma di armi e di difesa europea, con una guerra in corso da oltre un anno e mezzo nel Vecchio Continente
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Ucraina e Polonia: non è solo una questione di grano ma di armi e di difesa europea, con una guerra in corso da oltre un anno e mezzo nel Vecchio Continente
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Ucraina e Polonia: non è solo una questione di grano ma di armi e di difesa europea, con una guerra in corso da oltre un anno e mezzo nel Vecchio Continente
Non è soltanto una questione di grano ma di armi e di difesa europea, con una guerra in corso da oltre un anno e mezzo nel Vecchio Continente dopo l’invasione russa dell’Ucraina. È vero, sul commercio del grano e sul mercato che lo regola Polonia e Ucraina stanno litigando, con la prima che a metà ottobre voterà per le legislative e la seconda che ha cambiato, nelle settimane passate, diverse figure che ricoprivano ruoli istituzionali. Ma la politica interna polacca o le altre bagattelle non sono sufficienti a spiegare perché fra Varsavia e Kiev si sia arrivati al bisticcio, essendo entrambe sullo stesso fronte sin dall’inizio, ovvero contro l’aggressione russa.
Il governo di Varsavia ha fatto sapere che sta consegnando all’Ucraina soltanto le armi «precedentemente concordate» con Kiev e il premier Mateusz Morawiecki ha annunciato che la Polonia smetterà di fornire aiuti militari all’Ucraina perché dovrà armare il proprio esercito per difendersi da eventuali minacce esterne, a cominciare dalla Russia. Ecco allora che il bisticcio sul grano fra Varsavia e Kiev – il portavoce del governo polacco ha definito «inaccettabili» una serie di dichiarazioni e gesti dell’Ucraina – andrà risolto con buon senso e saggezza da entrambe le parti (ieri il governo ucraino ha fatto sapere che nei prossimi giorni discuterà con la Polonia della controversia e che le relazioni si mantengono «strette e costruttive») ma è laterale rispetto al tema che emerge. E cioè che le armi che Varsavia ha fornito all’Ucraina per difendersi si stanno esaurendo e che adesso la Polonia ha bisogno di riarmarsi per la propria sicurezza.
E qui si apre l’argomento enorme – e già più volte affrontato sul nostro giornale – della difesa comune europea che ancora non c’è. L’Unione europea deve quindi accelerare, non a parole ma nel concreto, la formazione di un proprio esercito e di un suo arsenale e le polemiche sull’aumento delle spese militari che arrivano dal mondo pacifista non devono paralizzare l’azione su questo fronte. Perché quando è in corso una guerra d’invasione le armi sono uno strumento di difesa per non perderla e per arrivare a una pace che non sia soltanto una resa all’aggressore.
di Massimiliano Lenzi
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