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Grano-Russia, il lupo perde il pelo ma non il vizio

Impotente contro la flotta turca, la Russia attaccano le chiatte fluviali piene di grano che stavano uscendo dal Golfo del Nipro

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Grano-Russia, il lupo perde il pelo ma non il vizio

Impotente contro la flotta turca, la Russia attaccano le chiatte fluviali piene di grano che stavano uscendo dal Golfo del Nipro

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Grano-Russia, il lupo perde il pelo ma non il vizio

Impotente contro la flotta turca, la Russia attaccano le chiatte fluviali piene di grano che stavano uscendo dal Golfo del Nipro

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Impotente contro la flotta turca, la Russia attaccano le chiatte fluviali piene di grano che stavano uscendo dal Golfo del Nipro

Il lupo che si abbevera accusa l’agnello più a valle di intorbidire la sua acqua. «La Russia non può più garantire la sicurezza della navigazione nell’area del Mar Nero» ha annunciato Peskov, il portavoce del Cremlino. Da Mosca fanno sapere che si tratta di una ritorsione per l’attacco «terroristico» al porto militare di Sebastopoli. La tregua che permetteva il trasporto del grano ucraino è quindi saltata in una delle sue parti, ma questo non sembra fermare le esportazioni. Non esiste infatti un accordo a riguardo fra l’Ucraina e la Federazione Russa, bensì due distinti documenti fra esse e la Turchia. Ankara ha deciso così di proseguire il suo servizio di scorta ai mercantili, stante anche la misera situazione del comando navale russo.

Una fine ingloriosa. Nel 1997 Kyïv si era vista assegnare 124 unità nella spartizione della flotta dell’Urss, solo per vedersele quasi tutte rubate nel 2014 quando i siloviki s’inglobarono la Crimea grazie a un referendum illegale. Dopo otto mesi di guerra gli scafi russi però non lasciano quasi più le coste occupate e le navi da guerra turche non temono la loro concorrenza in uno specchio d’acqua che un tempo fu quasi un mare interno sovietico. D’altronde, dopo che gli invasori si sono decisi a lasciare Ostriv Zmiïnyj (l’Isola dei Serpenti), era già divenuta remota la possibilità di interferenze moscovite sulle rotte da e verso Odesa.

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I giorni iniziali della guerra hanno visto tuttavia diversi mercantili alla fonda attaccati in maniera indiscriminata dai russi e questo non rassicura circa i limiti che s’imporrà nella sua solitudine il criminale Putin. I sottomarini rimasti potrebbero affondare facilmente chi si adopera per prevenire carestie. A quel punto, però, i pochi alleati africani rimasti ai ruscisti protesterebbero sia per la diminuzione delle derrate alimentari sia per il conseguente aumento del prezzo delle granaglie rimaste. È probabile quindi che i mulini turchi continueranno a macinare il grano ucraino (nonché quello russo) e Peskov farà finta di non aver detto niente a riguardo; non la sua prima contraddizione e neanche l’ultima. Questo non ha impedito alle Z truppen di appostarsi presso Kinburns’ka Strilka, poco a Sud di Mykolaïv, per bersagliare alcune chiatte piene di grano che stavano uscendo dal Golfo del Nipro. Due persone sono state uccise e altre due sono rimaste ferite in questo agguato, mentre un’altra risulta ancora dispersa. Non sappiamo ancora se si sia trattato di una sorta di sfogo, di un avvertimento o dell’inizio di un quotidiano stillicidio di sangue nell’estuario del Nipro. Un rallentamento delle operazioni pare comunque inevitabile.

Purtroppo per il generale “Humpty Dumpty” Surovikin, l’armata russa sembra più abile a sparare ai civili che ai militari: nelle scorse settimane nessun fronte si è mosso in maniera favorevole agli aggressori e centinaia di mobiki stanno morendo solo per mantenere lo stallo attuale. Si moltiplicano i rapporti di intere unità di nuovi mobilitati russi spazzate via in assalti dissennati contro postazioni fortificate giallazzurre e persino l’annuncio zetista dell’entrata a Bachmut si è rivelato una vanteria infondata. A quanto pare il lupo petulante non era pronto a fronteggiare la resistenza armata della pecora.

di Camillo Bosco

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