Ucraina-Russia-USA, potrebbe essere IL momento
Dalle parole di Trump e dello stesso Zelensky emerge la possibilità di dare una svolta a dei negoziati che in tre anni e nove mesi di guerra in Ucraina non sono mai partiti. Ora si attende Putin
Ucraina-Russia-USA, potrebbe essere IL momento
Dalle parole di Trump e dello stesso Zelensky emerge la possibilità di dare una svolta a dei negoziati che in tre anni e nove mesi di guerra in Ucraina non sono mai partiti. Ora si attende Putin
Ucraina-Russia-USA, potrebbe essere IL momento
Dalle parole di Trump e dello stesso Zelensky emerge la possibilità di dare una svolta a dei negoziati che in tre anni e nove mesi di guerra in Ucraina non sono mai partiti. Ora si attende Putin
Potrebbe essere IL momento, ma resta fondamentale mantenere il sangue freddo. Ora più che mai.
Resta il fatto che dalle parole del Presidente degli Usa Donald Trump e dello stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky emerge la possibilità di dare una svolta a dei negoziati che in tre anni e nove mesi di guerra non sono mai partiti.
Detto che questa banale e agghiacciante realtà è figlia dell’indisponibilità della Russia a qualsiasi vera trattativa, che non passasse da una resa totale e in buona sostanza incondizionata dell’Ucraina, il sì di ieri al piano americano riveduto e corretto è un fatto che mette a nudo la posizione del Cremlino.
Dopo il fondamentale lavoro diplomatico di Ginevra – che qualcuno si ostina ancora a non vedere e non riconoscere come fondamentale – i 19 punti superstiti sono ben diversi dal piano sotto dettatura russa che gli Usa erano arrivati a un passo dall’imporre con le buone o con le cattive all’Ucraina.
La Russia ha reagito con nervosismo
La diplomazia ha fatto il suo, tanto è vero che la Russia ha reagito con nervosismo palese, uscendo forse per la prima volta allo scoperto.
Sia il ministro degli Esteri Lavrov che il portavoce del Cremlino Peskov hanno dovuto ammettere che per Mosca il piano resta il precedente, vale a dire quello catastrofico figlio del vertice in Alaska.
Ieri (almeno ieri, perché con Trump non è opportuno fare ragionamenti a lunga scadenza) il Presidente degli Usa non è sembrato disposto ad accogliere la posizione di Mosca. Forse per la prima volta, intravedendo che una serie di concessioni all’Ucraina – quelle messe a punto grazie ai vituperati europei a Ginevra – erano la chiave per avvicinare il secondo grande risultato della sua presidenza dopo il cessato il fuoco a Gaza. E ricordiamo che per Trump nulla può contare più di questo.
Guerra in Ucraina, Witkoff vola in Russia
La partita si sposta ad Abu Dhabi, mentre l’onnipresente Witkoff vola da Putin. Gli americani ora trattano con i russi e sarà dura.
di Fulvio Giuliani
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