Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. Sull’Iran: “Accordi sul nucleare o bombarderò”
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. L’incontro tra i due è previsto in settimana. Sulla Groenlandia dice: “Non escludo l’uso della forza, sarà nostra al 100%” e minaccia di bombardare l’Iran. Sulla scia della politica del tycoon la Nasa cancella i nomi di tre astronauti
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. Sull’Iran: “Accordi sul nucleare o bombarderò”
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. L’incontro tra i due è previsto in settimana. Sulla Groenlandia dice: “Non escludo l’uso della forza, sarà nostra al 100%” e minaccia di bombardare l’Iran. Sulla scia della politica del tycoon la Nasa cancella i nomi di tre astronauti
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. Sull’Iran: “Accordi sul nucleare o bombarderò”
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin”. L’incontro tra i due è previsto in settimana. Sulla Groenlandia dice: “Non escludo l’uso della forza, sarà nostra al 100%” e minaccia di bombardare l’Iran. Sulla scia della politica del tycoon la Nasa cancella i nomi di tre astronauti
Le ultime bordate di Trump: “Arrabbiato con Putin” e sull’Iran, dice: “Accordi sul nucleare o bombarderò”. Sono queste alcune delle parole che il presidente americano ha riferito in un’intervista a Nbc. Il tycoon ha detto di essere “incavolato” con il presidente russo, Vladimir Putin, a seguito delle sue critiche sulla credibilità dell’omologo ucraino Zelensky e paventando un governo di transizione per l’Ucraina.
“Se io e la Russia non dovessimo riuscire a raggiungere un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina e se dovessi pensare che è colpa della Russia allora applicherò tariffe secondarie sul loro petrolio”, ha spiegato il presidente americano, riferendo inoltre che Putin è a conoscenza della sua arrabbiatura, ma aggiungendo anche che la rabbia può “dissiparsi rapidamente” se Putin “fa la cosa giusta”. Infine, Trump ha fatto sapere che prevede di parlare con l’omologo russo in settimana. L’intento sarebbe dunque quello di dissipare tensioni, o almeno questo sembrerebbe. Eppure, proprio oggi, la Casa Bianca ha licenziato quasi tutti i dipendenti presso la sede dell’U.S. Institute of Peace (Usip) a Washington, D.C.. A rivelarlo è stato il Washington Post.
Trattasi di un’istituto che svolge un ruolo attivo nella mediazione dei conflitti e nell’assistenza a negoziati di pace in paesi devastati dalla guerra, tra cui proprio l’Ucraina. Il dipartimento per l’Efficienza del Governo (Doge), l’agenzia creata dal presidente Donald Trump e affidata a Elon Musk, ha licenziato tra i 200 e i 300 dipendenti della sede principale. Stando a quanto riferito al Post da alcuni membri del personale. A rimanere in servizio ci sarà la maggior parte del personale estero dell’Usip.
Il Doge, infatti, ha ricevuto ampie facoltà per ridurre i budget e licenziare dipendenti federali al fine di eliminare sprechi. L’Usip conta circa 600 dipendenti a livello globale. E questi licenziamenti improvvisi, fanno sapere i dipendenti, avranno un impatto immediato sulle zone di conflitto. Dato che i mediatori lavorano sul campo, proprio per aiutare a ricucire le comunità, una decisione del genere avrà un effetto drammatico direttamente sul territorio. Ritirando queste risorse, gli episodi di violenza aumenteranno.
Nell’intervista all’emittente Nbc, Trump non si è risparmiato proprio nulla. Il presidente americano ha infatti ribadito la sua intenzione di annettere la Groenlandia. Divenuta ormai il suo chiodo fisso. “C’è una buona possibilità che potremmo farcela senza ricorrere alla forza militare, ma non tolgo nulla dal tavolo – ha dichiarato Trump – Otterremo la Groenlandia. Sì, al 100 per cento”. Sul nucleare, poi, Trump minaccia “bombardamenti” e “dazi secondari” contro l’Iran se il paese non raggiungesse un accordo con gli Stati Uniti.
“Se non stringono un accordo ci saranno bombardamenti come non ne hanno mai visti prima”, ha dichiarato, precisando comunque che i funzionari statunitensi e quelli iraniani si stanno “parlando”.
E se già le ultime notizie non sembrano promettere nulla di buono, sconvolge ancora di più sapere che qualche giorno fa la Nasa ha rimosso i nomi della prima donna, del primo afroamericano e del primo cittadino non americano dalla descrizione del programma Artemis. Trump ha così (indirettamente) cancellato i riferimenti a Christina Hammock Koch, Victor Glover e Jeremy Hansen. Non a caso i tre astronauti saranno rispettivamente la prima donna, il primo afroamericano e il primo non americano (canadese) sulla Luna. Loro sono tre dei quattro astronauti che saliranno a bordo della capsula Orion per la missione Artemis 2. Una revisione in linea con la politica del tycoon che ha dichiarato guerra a tutto ciò che è Dei (Diversity, Equity and Inclusion) o che rimandi anche solo vagamente all’inclusività.
Si salvi chi può.
Di Claudia Burgio
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