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Guerra mondiale all’arma mediatica

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La bozza della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’ordinamento giudiziario è stata discussa e approvata dal Consiglio dei Ministri. Cosa cambia e cosa aspettarci.

Guerra mondiale all’arma mediatica

La bozza della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’ordinamento giudiziario è stata discussa e approvata dal Consiglio dei Ministri. Cosa cambia e cosa aspettarci.
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La bozza della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’ordinamento giudiziario è stata discussa e approvata dal Consiglio dei Ministri. Cosa cambia e cosa aspettarci.
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I magistrati che hanno ricoperto cariche elettive di qualunque tipo o incarichi di governo (nazionale, regionale o locale) al termine del mandato non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale. Lo prevede la bozza della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario che arriverà stamattina sul tavolo del Consiglio dei ministri. I magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso il Ministero di appartenenza. I magistrati amministrativi e contabili vengono collocati fuori ruolo all’Avvocatura dello Stato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Resta la possibilità di assumere altri incarichi fuori ruolo presso altre amministrazioni e di assumere funzioni non giurisdizionali presso le sezioni consultive del Consiglio di Stato, le sezioni di controllo della Corte dei Conti e l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione. Il testo degli emendamenti prevede che il Consiglio superiore della magistratura torni a essere composto da 30 membri (3 di diritto: presidente della Repubblica, primo presidente e procuratore generale della Cassazione; 20 togati e 10 laici). Il sistema elettorale proposto è misto: si basa su collegi binominali che eleggono ciascuno due componenti del Csm ma prevede una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale. Per le candidature non sono previste le liste: il sistema si basa su candidature individuali. Ciascun candidato presenta liberamente la sua candidatura individuale (senza necessità di presentatori) a livello di collegio binominale.   di Massimiliano Lenzi

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