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meme su mattarella

La politica dei social consegnata all’oblio delle tristi lapidi digitali

Mattarella con la parrucca bionda, o che dice “Vado a prendere le sigarette”, passando per l’acquisto di un biglietto solo andata per Città del Messico. Dopo la conferma del bis, gli italiani si sono scatenati sui social con dei meme che fanno ridere. Ma anche riflettere.
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La politica dei social consegnata all’oblio delle tristi lapidi digitali

Mattarella con la parrucca bionda, o che dice “Vado a prendere le sigarette”, passando per l’acquisto di un biglietto solo andata per Città del Messico. Dopo la conferma del bis, gli italiani si sono scatenati sui social con dei meme che fanno ridere. Ma anche riflettere.
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La politica dei social consegnata all’oblio delle tristi lapidi digitali

Mattarella con la parrucca bionda, o che dice “Vado a prendere le sigarette”, passando per l’acquisto di un biglietto solo andata per Città del Messico. Dopo la conferma del bis, gli italiani si sono scatenati sui social con dei meme che fanno ridere. Ma anche riflettere.
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Mattarella con la parrucca bionda, o che dice “Vado a prendere le sigarette”, passando per l’acquisto di un biglietto solo andata per Città del Messico. Dopo la conferma del bis, gli italiani si sono scatenati sui social con dei meme che fanno ridere. Ma anche riflettere.
Un Mattarella con una parrucca bionda, a voler sottolineare che in Italia una donna presidente non s’ha da fare. Un altro Mattarella intento ad acquistare un biglietto aereo solo andata per Città del Messico pur di non tornare al Colle. Un terzo Mattarella che dice «Vado a prendere le sigarette» e sotto il post il brillante commento di un utente: «Altri 7 anni… Povero, deve aver rotto uno specchio enorme!». Dopo l’annuncio che ha confermato un suo secondo mandato, il web si è scatenato dando vita a una serie di fantasiosi meme sull’unico nome capace di esprimere la maggioranza di un Parlamento disgregato. C’è da ridere, a scorrere in queste ore gli hashtag #Quirinale e #PresidentedellaRepubblica. Ma c’è anche da piangere, perché la tremenda figura fatta davanti agli italiani – così come a livello internazionale – è sotto gli occhi di tutti (tanto che per diverse ore è stato trend topic anche l’hashtag #MattarellaRifiuta). I social dicono molto del sentiment degli italiani e i politici – ossessivamente concentrati sui propri profili Instagram e Twitter – farebbero bene a passarli al setaccio di tanto in tanto. È proprio lì che troverebbero molte delle risposte ai loro quesiti. Si sarebbero accorti, per esempio, che Giovanni Grasso, portavoce del presidente Mattarella, una settimana fa aveva pubblicato sul proprio profilo una foto fin troppo eloquente: un mucchio di scatoloni vuoti con la scritta “Fine settimana di lavori pesanti”. Non solo. Si sarebbero accorti che su Twitter l’immagine di Grasso, prima rappresentata dal torrino del Palazzo del Quirinale, era stata sostituita da una sua foto personale. Non semplici messaggi subliminali ma prove fin troppo evidenti – confermate anche dalla nuova casa presa in affitto già mesi fa dallo stesso Mattarella – della mancata volontà di continuare a occupare quegli uffici. Del resto non si può far finta di non sapere che, nell’epoca moderna, è anche così che si comunica: con un’immagine. Il fatto che il messaggio sia stato poi bellamente ignorato è altro discorso, a cui questa classe politica sorda ci ha amaramente abituati. In questo caos, per provare a capirci qualcosa, si scandagliano i profili dei leader di partito, dei cosiddetti opinion leader capaci di muovere voti, i loro botta e risposta. Il centro di Roma, in questi sei giorni di scrutini, è stato preso d’assalto dai media alla spasmodica ricerca di notizie che non arrivavano mai. Ci si è arrampicati sugli specchi, riducendosi a parlare di sguardi e sorrisini diventati l’appiglio su cui costruire retroscena vacui, fino a dimenticarsi che la politica non è gossip. I social hanno anche stravolto il modo di fare giornalismo e nei manuali che insegnano la materia sono diventati una fonte come le altre. Non sorprende quindi che il tweet laconico di Giorgia Meloni – «Non voglio crederci!» – lanciato in Rete appena saputo dell’appoggio  di Salvini a Mattarella sia stato immediatamente ripreso da tutti i siti. Forse a lei era tornato in mente il tweet di Salvini quando fu eletto la prima volta al Colle: «Mattarella non è il mio presidente». È così che si fa informazione oggi ma è così che si fa anche la politica, che pure avrebbe tutti gli strumenti per giocare a carte scoperte ma preferisce ancora il telefono senza fili. di Ilaria Cuzzolin

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