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Anthony Mackie

Anthony Mackie e “Captain America: Brave New World”: “Un’esperienza gigantesca”

Anthony Mackie, a Roma per presentare “Captain America: Brave New World”, ha raccontato la sua esperienza sul set

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Anthony Mackie e “Captain America: Brave New World”: “Un’esperienza gigantesca”

Anthony Mackie, a Roma per presentare “Captain America: Brave New World”, ha raccontato la sua esperienza sul set

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Anthony Mackie e “Captain America: Brave New World”: “Un’esperienza gigantesca”

Anthony Mackie, a Roma per presentare “Captain America: Brave New World”, ha raccontato la sua esperienza sul set

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Anthony Mackie, a Roma per presentare “Captain America: Brave New World”, ha raccontato la sua esperienza sul set

Mentre manca sempre meno all’uscita di “Captain America: Brave New World”, in uscita il 12 febbraio in Italia, Anthony Mackie, il nuovo Cap del Marvel Cinematici Universe, è stato a Roma per presentare il film.
La trama finora trapelata racconta di come dopo il suo incontro con il neoeletto Presidente degli Stati Uniti, Thaddeus Ross, interpretato da Harrison Ford al suo esordio nel Marvel Cinematic Universe, il Sam di Mackie si trova coinvolto in un pericoloso incidente internazionale. Determinato a svelare i retroscena di un complotto globale, deve agire in fretta, prima che il mondo intero sia costretto a “vedere rosso”.
Impossibile non chiedergli come prima cosa cosa abbia significato per lui prendere lo scudo che fu di Chris Evans e recitare in questo film: “È stata un’esperienza straordinaria. Il mio primo film è stato 8 Mile, 23 anni fa. Non avrei mai immaginato che oggi mi sarei trovato qui, realizzando un sogno che sembrava impossibile. Per me, Capitan America non rappresenta solo gli Stati Uniti: è un simbolo di integrità, correttezza e valori universali. Incarna il sogno del bambino di 11 anni che ammirava Superman e Batman. Come attore, il mio compito è quello di far rivivere quella stessa emozione nei cuori del pubblico. E poi c’è stato Harrison Ford: lavorare con lui è stato un sogno assoluto, credo per chiunque!“.

Proprio su Ford e sul quanto timore possa incutere, Mackie ha raccontato: “È stato veramente molto stressante. Una giornata, in particolare, mi ha toccato nel profondo: è stato il giorno peggiore della storia del cinema (ride). C’era questo tizio seduto al computer, che in una scena entra in una sala riunioni e aveva una sola battuta da dire a Ford. Girandosi verso di lui, doveva chiedere: “Avete aggiornamenti?”. Lui si gira, ma non riesce a dire nulla. Ford mi guarda e dice: “Torniamo all’ingresso, questa cosa non andrà bene.” E ancora, dimenticata. Alla quinta volta che ripetiamo la scena, Harrison lo rassicura, dicendogli che sarebbe andato tutto bene, e quello scoppia a piangere. Ed era un uomo di cinquant’anni! Questa è la potenza di un gigante come Harrison Ford. Quando siamo rientrati, sulla sedia accanto c’era un’altra persona: quel tizio lo avevano appena licenziato”.

Ho recitato, ma ho anche prodotto il film” – ha continuato – “Avevamo un team fantastico; questo viaggio l’ho fatto con il regista e un’ottima squadra creativa, sviluppando il personaggio e cercando di dare al pubblico il miglior prodotto possibile, fin dalla prima scena. La scena di apertura è una scena Marvel per eccellenza, che invita ad allacciare le cinture ed entrare nel film fin da subito“, ha detto, sottolineando che “rendere i personaggi memorabili e rendere la storyline autentica è la cosa più difficile, perché è ciò che crea un legame con il pubblico

Captain America/Sam Wilson (Anthony Mackie) in Marvel Studios’ CAPTAIN AMERICA: BRAVE NEW WORLD, exclusively on Disney+. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2024 MARVEL.

Alla domanda su chi sceglierebbe per formare un suo team di Avengers nella vita reale, Mackie ha risposto: “Il mio team Avengers dei sogni sarebbe composto dalle persone che ho ammirato crescendo, come l’insegnante di recitazione che avevo in terza elementare, ma in generale tutti i miei insegnanti. Sono figure fondamentali nella vita, perché, oltre ai genitori, sono quelli con cui si trascorre più tempo. Poi ci metterei anche qualcuno di figo, come Steve McQueen, i Ghostbusters originali, ma anche Monica Bellucci. La infilerei nel mio team: lei sarebbe l’arma segreta

di Federico Arduini

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