Bresh racconta “Mediterraneo”: “Un album pensato per i sognatori”
Esce domani 6 giugno “Mediterraneo”, il nuovo lavoro in studio di Bresh. 16 brani di cui 4 feat tra ritorni, mare e vita vissuta

Bresh racconta “Mediterraneo”: “Un album pensato per i sognatori”
Esce domani 6 giugno “Mediterraneo”, il nuovo lavoro in studio di Bresh. 16 brani di cui 4 feat tra ritorni, mare e vita vissuta
Bresh racconta “Mediterraneo”: “Un album pensato per i sognatori”
Esce domani 6 giugno “Mediterraneo”, il nuovo lavoro in studio di Bresh. 16 brani di cui 4 feat tra ritorni, mare e vita vissuta
Dopo esser stato tra i protagonisti di Sanremo 2025 con la “La Tana del Granchio”, Bresh torna da domani su tutte le piattaforme con “Mediterraneo”, un nuovo disco che attinge a quell’immaginario legato al viaggio, al mare e alla Liguria che da sempre attraversa la sua scrittura. Un legame profondo e duraturo, già evidente nei suoi lavori precedenti, che qui trova un ulteriore spazio, in un disco che è la chiusura di una trilogia: “È un album pensato per i sognatori, per chi ha bisogno di speranza. Col senno di poi, mi rendo conto di averlo realizzato soprattutto per riuscire a restare a galla, a mantenere un equilibrio tra gli sbalzi d’umore, tra le maree interiori. È stata un’autoanalisi, una forma di autoterapia, come tutta la musica che ho sempre fatto” ha raccontato in conferenza stampa.
16 brani, di cui quattro feat con Achille Lauro, Tedua, Kid Yugi e Sayf, ad impreziosire una tracklist ricca di sfumature diverse pur in una narrazione compatta. Musicalmente sono le chitarre acustiche a tenere le redini, tra caldi arpeggi, melodie e accordi, in atmosfere sospese che si alternano a ritmi danzerecci, come si fosse seduti su una spiaggia ad osservare il sole sorgere. Si parla poco d’amore, per lo più dalla prospettiva di storie finite, ma c’è una cifra malinconica marcata, una velata nostalgia di fondo. Tra i temi portanti c’è quello del ritorno, che Bresh ci ha spiegato così: “Nei miei primi dischi c’era sempre questo tema del ritorno a casa, del dover scegliere se fosse meglio partire o restare, rimanere nel proprio luogo di nascita o andarsene. C’era sempre una fame di avventura, sì, ma era come se non capissi davvero quali benefici mi desse il viaggio. Invece, in questo album, forse ho capito che possono coesistere entrambe le cose. Non esiste il bianco e nero, non c’è una risposta netta: ci sono le sfumature, le zone grigie. Il ritorno non deve diventare un limite, non deve impedirmi la possibilità di scappare di nuovo, di ripartire. È questo il punto: riuscire a far convivere emozioni contrastanti. Ed è una cosa molto importante“.

Per ogni ritorno, però, c’è sempre un viaggio e quello fatto da Bresh in questo disco ha anche una profonda dimensione interiore, cercando di non perdere sé stessi, nel turbinio della vita di tutti i giorni, tra successo e aspettative: “Un viaggio interiore che consiste nell’ affrontare la paura di guardarsi dentro, di analizzarsi, e provare a lottare contro questa sensazione di depersonalizzazione.
È qualcosa di costante, che non si ferma mai, che continua a muoversi. E quando si manifesta in modo più evidente, si trasforma in quei periodi di down, quando la marea si abbassa. La sfida è riuscire a trasformare quei momenti in poesia, a non lasciarsi affondare, a non implodere. Imparare a riconoscere e accogliere i momenti difficili, a dargli un senso, una forma. È una parte importante del viaggio che sto cercando di intraprendere“.

Il disco mischia le carte dei generi, tra ballad e pezzi più rap: “Che sia cantautorato o rap, ho semplicemente preso quello che mi piaceva, da una parte e dall’altra, e l’ho messo insieme”. Ha fatto discutere nelle scorse ore l’annullamento del tour estivo, scelta che Bresh ha spiegato: “Il tour è stato annullato perché siamo usciti un po’ tardi con il disco e, semplicemente, non c’erano le condizioni per preparare uno show all’altezza. Alcune date sono andate molto bene, altre un po’ meno.
Abbiamo deciso, a malincuore, di concentrare tutte le energie sui concerti nei palazzetti. Chiedo scusa, a tutti i fan, col cuore in mano. Ma vogliamo fare le cose per bene”. A proposito del tour nei palazzetti, in partenza a ottobre, c’è una bella notizia: “I palazzetti sono vicini al sold out. Anche Milano, nella seconda data, è praticamente sold out. Roma è quasi all’80% della capienza, Jesolo e Bologna anche. Siamo contenti così, e ripartiamo da lì”.
Questi gli appuntamenti nei palasport:
Sabato 25 ottobre – JESOLO, Palazzo del Turismo (data zero)
Sabato 1° novembre – ROMA, Palazzo dello Sport
Giovedì 6 novembre – MILANO, Unipol Forum (SOLD OUT)
Venerdì 7 novembre – MILANO, Unipol Forum(SOLD OUT)
Domenica 9 novembre – BOLOGNA, Unipol Arena
di Federico Arduini
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- Tag: musica, Musica italiana
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