app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Federico Zampaglione

Dai Tiromancino all’horror con amore, parla Federico Zampaglione

Federico Zampaglione: da frontman dei Tiromancino, una delle band più romantiche e longeve del panorama italiano a regista di film horror come The Well

|

Dai Tiromancino all’horror con amore, parla Federico Zampaglione

Federico Zampaglione: da frontman dei Tiromancino, una delle band più romantiche e longeve del panorama italiano a regista di film horror come The Well

|

Dai Tiromancino all’horror con amore, parla Federico Zampaglione

Federico Zampaglione: da frontman dei Tiromancino, una delle band più romantiche e longeve del panorama italiano a regista di film horror come The Well

|
|

Federico Zampaglione: da frontman dei Tiromancino, una delle band più romantiche e longeve del panorama italiano a regista di film horror come The Well

Da frontman di una delle band più romantiche e longeve del panorama italiano, I Tiromancino, a regista di film horror: Federico Zampaglione continua a esplorare i mille volti dell’arte, anche quelli solo in apparenza distanti. Come ci ha raccontato, «nella vita possiamo fare sogni ma anche incubi e a pensarci bene il terrore non è così distante dall’amore della mia musica: il gioco sta nel credere in certe fantasie, anche quando fanno paura. In fondo, l’horror è un genere per inguaribili romantici».

In uscita a fine luglio, la pellicola horror-gotica “The Well” è il suo quinto lavoro dal 2007 e vede come protagoniste l’ex compagna Claudia Gerini e la loro figlia Linda. Una passione, quella per un genere così peculiare, che ha accompagnato Zampaglione sin da ragazzo e in cui ritiene possibile portare avanti la propria cifra stilistica, al pari della musica: «Non mi sono mai interessati il successo o i soldi ma l’espressione di emozioni più profonde, che entrino sottopelle. Non condanno forme più leggere di intrattenimento ma non mi rappresentano».

Nel far cinema essere ‘quello dei Tiromancino’ non lo ha mai aiutato, al contrario: «È stato sempre visto come un’intrusione, soprattutto quando ho virato su un genere così distante dalle atmosfere riflessive della mia musica. Solo quando ho portato i miei prodotti all’estero e ho riscosso successo sono stato preso sul serio. L’Italia non è un Paese che premia gli artisti multitasking. Me la sono dovuta sudare».

di Raffaela Mercurio

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Il dissidente russo Andrej Pivovarov: “Solo la società russa può fermare Putin”

19 Novembre 2024
Per fermare Putin non basteranno la resistenza dell’Ucraina e il sostegno dell’Europa. Ne è conv…

Adeguare la democrazia al mercato del presente, parla Moisés Naím

18 Novembre 2024
Moisés Naím, direttore della rivista “Foreign Policy” dal 1996 al 2010, premio Ortega y Gasset, …

Nuovospaziotempo, parla la cantante Emma Nolde

14 Novembre 2024
Nel suo nuovo album “Nuovospaziotempo” emergono una profondità e una preparazione che non ci si …

Mauro Repetto: “Gli 883, un bellissimo viaggio”

13 Novembre 2024
Chi lo abbia ucciso non si sa ancora, ora però sappiamo com’è nato quell’Uomo Ragno direttamente…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI