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Riccardo Fogli

Ho intonato la vita, parla Riccardo Fogli

Voce di successi senza tempo, Riccardo Fogli è indubbiamente uno degli artisti italiani più amati di sempre. Le sue parole

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Ho intonato la vita, parla Riccardo Fogli

Voce di successi senza tempo, Riccardo Fogli è indubbiamente uno degli artisti italiani più amati di sempre. Le sue parole

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Ho intonato la vita, parla Riccardo Fogli

Voce di successi senza tempo, Riccardo Fogli è indubbiamente uno degli artisti italiani più amati di sempre. Le sue parole

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Voce di successi senza tempo, Riccardo Fogli è indubbiamente uno degli artisti italiani più amati di sempre. Le sue parole

Settantasette candeline soffiate da poco, voce di successi senza tempo, Riccardo Fogli è indubbiamente uno degli artisti italiani più amati di sempre. Oltre 60 anni di carriera vissuti da protagonista, oggi come ieri, eppure un inizio lontano dalla musica, come ci ha raccontato: «Non sono un predestinato, sono nato figlio di metalmeccanici. A scuola occupavo sempre i posti in fondo. Nella vita ho guadagnato la prima fila solo cantando».

Poi il lavoro da metalmeccanico alla Piaggio, come postino a distribuire la posta, ma la passione per il canto era sempre presente: «Cantavo anche sul lavoro, ero felice del mio impiego e di girare in bicicletta. Un giorno un signore mi si avvicinò e mi chiese: “Riccardino, canti sempre, sei allegro… Ma ti piace davvero la musica?”. Risposi: “Certo, ma non posso mica andare al Conservatorio, devo lavorare”. E lui ridendo mi disse: “Ma no, niente Conservatorio. Ti porto da un maestro, il papà di un mio amico, così ti insegna qualcosa”». Arrivarono così le prime lezioni, la scelta del basso elettrico come strumento prediletto («Non era ancora di moda, all’epoca si usava di più il contrabbasso») e le prime band, fino a quell’incontro al Piper di Milano che gli cambiò la vita: «Arrivarono i Pooh, che si erano formati da poco. Facchinetti e Negrini mi dissero: “Lo sai che ci servirebbe uno come te?”. E da lì è cominciata la mia vita» ricorda Fogli.

Dopo aver lasciato i Pooh nel 1973 le loro strade si sono incrociate di nuovo nel 2016, data di quella che è stata probabilmente la reunion più celebrata della canzone italiana: «Stefano D’Orazio era tornato dopo dieci anni, io dopo più di 40. Ne venne fuori un concerto meraviglioso, pieno di ricordi ed emozioni. Ci fu una fusione unica e irripetibile. Poi Stefano ci ha lasciati ed è stato un dolore immenso per tutti. Sarebbe potuta finire lì, eppure qualcosa ci ha spinto a continuare. Anche quest’anno abbiamo organizzato un tour con 27 concerti completamente sold out: era difficile trovare anche solo due biglietti per i nostri amici. E nel 2026 per i Pooh saranno 60 anni di carriera, che festeggeremo insieme».

Quando gli chiediamo che effetto faccia sapere che le sue canzoni sono parte della colonna sonora della vita di milioni di italiani, Fogli non ha dubbi: «È una forma di meraviglia, piacere, orgoglio. Le manifestazioni d’affetto che ricevi per strada, in metropolitana o in taxi ti gratificano perché significano che hai fatto un buon lavoro. Qualcosa di quello che hai creato è rimasto e ha lasciato un segno positivo. Le canzoni fanno bene allo spirito: a qualcuno ricordano un momento felice, ad altri una persona che magari non c’è più. Sono sempre un momento in cui la mente lavora e raccoglie – come diceva Renato Zero – “i migliori anni della nostra vita”. Le canzoni sono così: portano con sé un sacco di pensieri».

E sui giovani d’oggi e la loro musica: «I ragazzi sono cambiati, i tempi anche. Oggi si cresce con i tablet e con Internet che permettono di vedere oltre l’Oceano e stimolano la voglia di raccontare le proprie storie. I ragazzi e le loro passioni si sono mescolate: c’è chi studia musica classica, chi pratica sport, chi fa l’università per diventare ingegnere. Poi ci sono quelli un po’ più arrabbiati, diversi, che si sfogano e cercano la loro strada attraverso la musica e le parole: persino nei testi più rabbiosi può esserci spazio per l’amore. I giovani artisti sono bravi, secondo me. Alcuni li capisco meno, ma ce ne sono diversi di grande talento e con suoni interessanti, lo dico da tipo curioso e sempre attratto dalle novità. Non tutti però resteranno, il tempo fa da filtro. Ricordo che negli anni Sessanta, quando andavamo in giro con capelli lunghi, camicie a fiori e pantaloni a zampa d’elefante, ci dicevano “Vai a lavorare!” o facevano finta di investirci con l’auto. Anche per noi non è stato facile fare le nostre scelte. Quindi, fiducia ai giovani».

Questa sera Fogli sarà tra i protagonisti dell’evento “La musica è Azzurra: 30 anni in una notte” al Teatro Toniolo di Mestre, in occasione del trentennale dalla nascita di Azzurra Music, storica etichetta veneta e una delle più importanti case discografiche indipendenti italiane, fondata da Marco Rossi. «L’ho conosciuto dieci anni fa e fra noi c’è stato subito feeling» ci dice ancora Riccardo Fogli. «Abbiamo lavorato bene insieme, realizzato singoli, album e video, sono molto felice di vedere celebrati i suoi trent’anni di carriera. Grandi artisti e colleghi hanno risposto con entusiasmo, sarà una serata bellissima. In attesa, naturalmente, del quarantennale. Suonerò qualcosa insieme a Dodi (Battaglia, ndr.), non c’è nemmeno bisogno di fare le prove: abbiamo già fatto alcune cose insieme, a volte in segreto…».

di Federico Arduini

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