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Valerio Piccolo

Il mio senso della musica, parla Valerio Piccolo

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valerio Piccolo in merito alla collaborazione con Sorrentino e alla nuova fase della sua carriera

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Il mio senso della musica, parla Valerio Piccolo

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valerio Piccolo in merito alla collaborazione con Sorrentino e alla nuova fase della sua carriera

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Il mio senso della musica, parla Valerio Piccolo

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valerio Piccolo in merito alla collaborazione con Sorrentino e alla nuova fase della sua carriera

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valerio Piccolo in merito alla collaborazione con Sorrentino e alla nuova fase della sua carriera

Già in concorso a Cannes 2024, “Parthenope” – nuovo (e decimo) film di Paolo Sorrentino – è senz’ombra di dubbio tra i film italiani più attesi dell’anno. A impreziosirlo c’è la canzone originale “E si’ arrivata pure tu” (già ascoltabile nelle poche clip del film finora diffuse), firmata da Valerio Piccolo, artista poliedrico che vive a cavallo tra Roma e New York.

Casertano di origine, Piccolo è stato dal 2000 il traduttore ufficiale della folksinger americana Suzanne Vega, con cui ha collaborato a diversi progetti artistici. Inoltre ha tradotto e adattato i dialoghi di oltre 350 film, vincendo diversi premi internazionali. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui in merito alla collaborazione con il regista premio Oscar e alla nuova fase della sua carriera che ne è scaturita.

«Conosco Sorrentino da tanto tempo perché ho lavorato come adattatore delle sue opere in inglese. Da allora c’è sempre stata un’amicizia che è passata attraverso il lavoro e anche attraverso la musica. Sono originario di Caserta, ma quando mi sono trovato a scrivere la mia prima canzone in napoletano – sapendo che il tema del suo film sarebbe stato Napoli – ho pensato che questi due aspetti potessero combaciare. E in effetti così è stato. Per me è stata una gratificazione enorme» ci ha raccontato Piccolo. «Amo Sorrentino dai suoi esordi e già quando lavoravo agli adattamenti ero molto felice di poter mettere mano a una sua opera. Essere parte di un suo film con una scena così bella è una soddisfazione enorme, gli sono grato perché permetterà a questa canzone di arrivare lontano».

Il brano è solo un primo tassello di una nuova fase della carriera di Piccolo, già arricchita da un nuovo singolo (“Senso”) che anticipa un disco di prossima uscita: «Ha un sapore leggero, almeno all’apparenza, adatto alla fase musicale attuale che tende sempre un po’ alla vaporosità. “Senso” è una parola con molteplici significati: può essere quello di marcia, quello d’orientamento, ma anche il significato di qualcosa. Racchiude ciò che sarà il disco: un viaggio interiore, la chiusura di un cerchio, una riscoperta delle piccole cose e dei gesti quotidiani per ritrovare un po’ di equilibrio e sé stessi. Insomma, chiudere gli occhi per vedere meglio».

Senso” è un brano dall’arrangiamento caldo, tra acustica e quartetto d’archi, da cui traspare la cifra stilistica di Valerio Piccolo, figlia di diversi mondi: «Mi sento appartenente a tutto e a niente. Quando sei sempre in giro, quando vivi realtà diverse, non esiste un senso di appartenenza. E questo aspetto si vede soprattutto nella mia musica e nelle mie canzoni, che non credo siano facilmente etichettabili. Fare musica secondo schemi fissi secondo me è abbastanza anacronistico, perché quei parametri sono destinati a reggere poco e a consumarsi velocemente».

di Federico Arduini

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