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La mia vita a incollare figurine, parla Gianni Bellini

Oltre tre milioni di figurine e un inventario tutt’ora in corso. Intervista a Gianni Bellini il più grande collezionista al mondo di figurine calcistiche
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Oltre tre milioni di figurine curate come fossero bicchieri di cristallo pregiato, 800mila delle quali incollate sugli album (che sono oltre 4mila). Ma l’inventario è tuttora in corso, per completarlo ci vorranno anni. Gianni Bellini è riconosciuto come il più grande collezionista al mondo di figurine calcistiche. Ha 60 anni e da 40 raccoglie albi del periodo dal 1970 a oggi. Un’attività a cui fino a qualche anno fa dedicava quattro o cinque ore al giorno ma che – ora che è in pensione – gli assorbe fino a dieci ore fra incollamento e aggiornamento dell’inventario. È una storia di fatica, cura del dettaglio e passione quella che ha portato Bellini – originario di San Felice sul Panaro (Modena) – a organizzare mostre in Italia e soprattutto all’estero.
 
Fino al 28 gennaio si fa ancora in tempo a visitare “Celo, celo, manca. Storia della Nazionale italiana in figurine”, in collaborazione con il Comune di Vicenza e con il patrocinio dell’Associazione italiana calciatori e della Panini: un percorso dedicato ai calciatori azzurri; sono attesi diversi campioni del mondo come Altobelli, Zambrotta e Bergomi. Interpreti del calcio vintage che lo appassionava: «Ora non lo seguo come prima, era bello associare un cognome ascoltato alla radio al volto su una figurina. Oggi si cambia squadra di continuo, si è perso il romanticismo» osserva Bellini.
Il collezionista ricorda di aver partecipato a diversi programmi televisivi esteri: «Fu però Fabrizio Frizzi, al termine di una sua trasmissione di cui ero stato ospite, a consigliarmi di realizzare mostre con le mie figurine. Ho girato tutta Italia, nel 2021 per gli Europei ho esposto i miei pezzi al Museo della Figurina di Modena, poi sono stato contattato dall’Istituto italiano di cultura all’estero e ho tenuto due eventi in Irlanda (Cork e Dublino). A breve farò tappa a Zagabria e per Euro 2024 ci saranno tre tappe in Germania» ci annuncia. Bellini – che spiega di avere la stessa identica data di nascita di Carlos Dunga, storico mediano della Nazionale brasiliana che sconfisse gli Azzurri di Baggio in finale ai Mondiali di Usa ‘94 – ha un idolo assoluto: «È Marco Van Basten, il fuoriclasse olandese del Milan di Sacchi, anche lui nato nel mio stesso giorno e nel mio stesso mese, ma un anno prima. Ho anche la sua prima figurina all’Ajax, che vale almeno mille euro. Credo di avere circa 100 esemplari di Van Basten e dovrei averne poco più di 250 di Leo Messi. Ma per essere preciso dovrei metter mano all’inventario…».
Un facoltoso collezionista all’inizio degli anni Duemila gli propose di acquistare l’intera raccolta: assegno in bianco respinto al mittente, senza pensarci due volte. Il sogno di Bellini è realizzare il primo museo al mondo per sole figurine di calciatori: «Ho raccontato del mio progetto a Figc, Uefa, Fifa, Lega di Serie A ma non si è mai andati oltre la pacca sulla spalla: nessun aiuto concreto. Ho parlato anche con il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, amante di sport e figurine, ma mi ha spiegato che servirebbe l’intervento di un privato, per esempio un’azienda sportiva che creda nel progetto. Ci sono studi, di cui conservo ancora i grafici, secondo cui negli anni dei Mondiali e degli Europei un museo del genere avrebbe almeno 20-30mila visitatori annui. Sarebbe un affare. Se l’Italia non mi vuole, finirà che mi rivolgerò agli americani…».  
Di Nicola Sellitti

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