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Orson Welles, 110 anni fa nasceva il gigante inquieto

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Genio precoce e visionario senza compromessi, Orson Welles è una delle figure più imponenti (in ogni senso) della storia del cinema

Orson Welles

Orson Welles, 110 anni fa nasceva il gigante inquieto

Genio precoce e visionario senza compromessi, Orson Welles è una delle figure più imponenti (in ogni senso) della storia del cinema

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Orson Welles, 110 anni fa nasceva il gigante inquieto

Genio precoce e visionario senza compromessi, Orson Welles è una delle figure più imponenti (in ogni senso) della storia del cinema

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Genio precoce e visionario senza compromessi, Orson Welles è una delle figure più imponenti (in ogni senso) della storia del cinema. Nato il 6 maggio 1915, avrebbe compiuto proprio oggi 110 anni.

Uomo dai mille volti, fu regista, attore, sceneggiatore, produttore, illusionista, comunicatore. Un talento talmente prorompente da cambiare per sempre la grammatica cinematografica con un solo film: “Quarto potere” (il cui titolo originale è “Citizen Kane”), che firmò a soli 24 anni vincendo l’Oscar per la sceneggiatura e lasciando un’impronta indelebile nella settima arte. Ma Welles non fu soltanto il giovane prodigio di Hollywood. Fu anche l’uomo che nel 1938 seminò il panico tra gli americani con un adattamento radiofonico de “La guerra dei mondi” di H. G. Wells, convincendo molti ascoltatori che i marziani stessero davvero invadendo la Terra. Comunicatore sopraffino, aveva la capacità di stregare il pubblico con la sola voce. La stessa che, pochi anni dopo, avrebbe dato vita al sinistro Harry Lime ne “Il terzo uomo” di Carol Reed, personaggio apparso per pochi minuti sullo schermo, ma rimasto per sempre nell’immaginario collettivo.

Nonostante le doti d’attore (che lo portarono a lavorare con giganti come Huston, Chabrol, Pasolini e Guitry), Welles recitava per necessità economica. Il suo vero amore era la regia e spesso finanziava i propri film proprio con i cachet ottenuti recitando. In questo modo riuscì a portare sullo schermo opere come “La signora di Shanghai”, noir avanguardistico in cui trasformò completamente la ‘rossa’ per eccellenza Rita Hayworth (sua moglie all’epoca) in una glaciale dark lady bionda. Una scelta stilistica tanto audace quanto osteggiata dai produttori, che fecero uscire il film solo tre anni dopo la fine delle riprese, quando il matrimonio tra i due era ormai naufragato.

Figura controversa e focosa, Welles era celebre anche per le sue uscite caustiche: Marlon Brando era per lui «una salsiccia», Humphrey Bogart «un vigliacco», Woody Allen «un ipocrita». Ma dietro la sua mole imponente (187 cm per quasi 140 kg), si nascondeva una mente fragile e tormentata, incapace di venire a patti con i limiti dell’industria cinematografica. Ragion per cui molti dei suoi progetti rimasero incompiuti, a cominciare dal leggendario “Don Quixote”, la sua ossessione irrisolta. Negli anni della ‘caccia alle streghe’ di McCarthy, Welles trovò un rifugio temporaneo in Europa e in particolare in Italia, dove trascorse molto tempo tra il 1947 e il 1953.

Disilluso dalla politica americana e in contrasto con gli studios, partecipò a produzioni come “Cagliostro” di Gregory Ratoff e coltivò un legame affettuoso con il nostro Paese. E pensare che in patria si vociferava persino di un suo possibile ingresso in politica. Oriana Fallaci, sua amica personale, una volta gli chiese se volesse diventare presidente degli Stati Uniti. La risposta fu una delle sue sentenze memorabili: «Io sono il tipo cui il popolo ubbidisce nei periodi di emergenza, non quello che si segue nei tempi di prosperità».

La sua eredità continua a vivere in ogni cineasta che ha osato sfidare le regole, cambiare prospettiva, mettere la visione artistica davanti al compromesso commerciale. A 110 anni dalla nascita Orson Welles resta un gigante. Come il suo personaggio più iconico: quel Charles Foster Kane (protagonista di “Quarto potere”) divenuto oggigiorno il simbolo di un certo modello di società. La stessa dalla quale proprio Welles cercava di metterci in guardia.

di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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