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Lo Stato non si fa capire, parla Valentina Di Michele, ceo di Officina Microtesti

Valentina Di Michele, ceo di Officina Microtesti: “Parlare e farsi capire è un dovere costituzionale. Quando la Pa, attraverso i suoi canali più democratici e diffusi, viene meno a questo dovere, salta quell’anello che congiunge vertice e base dello Stato”

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Più dell’87% dei contenuti presenti nei siti web della pubblica amministrazione (Pa) risulta illeggibile. È quanto emerso dal primo rapporto dell’Osservatorio sul linguaggio chiaro realizzato dall’“Associazione Linguaggi Chiari” – presentato in occasione del DiParola Festival (la prossima edizione si terrà ad Ancona, Mole Vanvitelliana il 19 e il 20 settembre 2025) – presieduta da Valentina Di Michele, content experience manager e ceo di Officina Microtesti. L’indagine analizza lo stato dell’uso del plain language, la comprensibilità del linguaggio nella comunicazione web, nei siti della Pa italiana.

Lo studio misura l’innovazione e l’impatto della comunicazione pubblica sulla cittadinanza (con attenzione particolare all’accessibilità e all’usabilità del contenuto per la Rete). E dimostra i numerosi punti deboli della pubblica amministrazione su Internet. Informazioni difficili da reperire, linguaggio burocratico nonché poco coerente con il pubblico a cui si rivolge, gergo tecnico. In poche parole: la comunicazione istituzionale fatica ad arrivare in maniera diretta e comprensibile a gran parte dei cittadini.

Realizzata analizzando 20 siti della Pa, l’indagine rileva un punteggio di leggibilità compromessa delle sole homepage pari al 91,16%. E un livello di illeggibilità dei contenuti destinati ai cittadini pari all’87,44% sulle 80 pagine esaminate. Non solo. Emerge un punteggio complessivo di illeggibilità dei diversi portali del 91,16%. La maglia nera va ai siti della Giustizia (illeggibile per il 93,27% delle pagine web) e a quelli del fisco (97,47%). Il risultato migliore, in termini di chiarezza, arriva dai siti della Difesa: risultano illeggibili ‘soltanto’ per il 75,98%. Gli indirizzi web dedicati a Sanità e Difesa sono i meno incomprensibili, nonostante i valori di illeggibilità dei contenuti siano rispettivamente pari all’85,10% e al 75,98%.

La pubblica amministrazione ha il compito di amministrare ciò che appartiene ai cittadini e «quando questa mole informativa non arriva a una parte della cittadinanza, tale missione viene meno» spiega Valentina Di Michele. «L’articolo 3 della Costituzione dice che è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti all’organizzazione politica, economica e sociale del nostro Paese» ricorda Di Michele. Che aggiunge: «Parlare e farsi capire è un dovere costituzionale. Quando la Pa, attraverso i suoi canali più democratici e diffusi, viene meno a questo dovere, salta quell’anello che congiunge vertice e base dello Stato».

La leggibilità e la comprensione sono fondamentali per un sito Internet. Semplificare non significa banalizzare: «Una visione diffusa crea un’equivalenza tra chiarezza e banalizzazione, come se semplificare la comunicazione significasse perdere la complessità» osserva ancora Di Michele. «Facciamo un esempio: una legge deve usare il linguaggio della giurisprudenza, preciso e specifico. Disorientamento e confusione nascono quando la comunicazione di quella legge è affidata a un linguaggio che non spiega, che non considera la distanza fra chi ha la conoscenza e chi non ce l’ha».

Il rischio (grave) è che, non riuscendo a comprendere il ‘burocratese’ della pubblica amministrazione, i cittadini cerchino informazioni su altre fonti, soprattutto sui social: «Quando non ottengono dai siti istituzionali le informazioni che sarebbe un diritto avere, le persone finiscono per procurarsele tramite soggetti privati o (peggio) stranieri, che spesso divulgano fake news senza controllo in base a un algoritmo che definisce cosa è più popolare» fa notare Di Michele. «Il dovere di uno Stato, attraverso la sua amministrazione, è avvicinarsi alla cittadinanza. Servirla. Quando non lo fa, espone le persone all’errore, alle truffe, agli inganni».

di Filippo Messina

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