Brigitte Bardot e l’inutilità del maschio
Brigitte Bardot, bella come una dea, un mito immune nel tempo anche ora che ha compito novant’anni e di quella meraviglia restano i ricordi e un fascino amaro
Brigitte Bardot e l’inutilità del maschio
Brigitte Bardot, bella come una dea, un mito immune nel tempo anche ora che ha compito novant’anni e di quella meraviglia restano i ricordi e un fascino amaro
Brigitte Bardot e l’inutilità del maschio
Brigitte Bardot, bella come una dea, un mito immune nel tempo anche ora che ha compito novant’anni e di quella meraviglia restano i ricordi e un fascino amaro
Brigitte Bardot, bella come una dea, un mito immune nel tempo anche ora che ha compito novant’anni e di quella meraviglia restano i ricordi e un fascino amaro
Bella come una dea. Lo è stata BB. Un acronimo di fama che sta per Brigitte Bardot. Un mito purtroppo per lei (e pure per noi) non immune al tempo.
Oggi è vecchia BB, a un soffio dai novant’anni. Anche se di quella bellezza conserva un’ironia amara, figlia del miglior cinema francese che ha frequentato e di cui è stata grande interprete. Roger Vadim. Jean-Luc Godard, che l’ha fatta recitare ne “Il disprezzo” sulle scalinate di Punta Massullo, in una villa a Capri che era ciò che Curzio Malaparte (che l’aveva voluta) non era mai stato: perfetta e senza paura.
Ora che pure Alain Delon se n’è andato, BB duella di scherma col tempo: «Le mie ossa – racconta – mi giocano brutti scherzi e mi impediscono di muovermi, se non con le due stampelle, ma sopporto molto bene quello che mi fanno passare» anche perché «quando ti lamenti fai incazzare tutti e poi non aiuta a far passare il dolore. Quindi non mi lamento mai e vivo normalmente, come quando ero più giovane».
Vive ormai circondata da animali ma non da uomini maschi, forse perché l’han troppo desiderata o forse perché niente – nella vita che corre via – è per sempre. Neppure il gioco della seduzione. Pensandola di una bellezza infinita (come è stata lei) viene alla mente una battuta dell’architetto Melandri (interpretato da Gastone Moschin) nel film “Amici miei”, pellicola di quel genio di Mario Monicelli. «Ragazzi come si sta bene fra noi, fra uomini. Ma perché non siamo nati tutti finocchi?». Anche per BB.
di Jean Valjean
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Tag: cultura
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